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giovedì 10 novembre 2016

Le ciambelle di mosto marchigiane: profumo di casa...

Ritorno oggi, dopo tanto tempo.
Una vita del tutto nuova mi separa dall'ultimo post: infinite valigie fatte e disfatte, alcuni cassetti svuotati e altri riempiti, orari e biglietti, stazioni buie e treni vuoti di sera, ma anche volti e accenti nuovi, nuove strade e nuovi profumi di cui innamorarsi, e una gran voglia di vivere senza sprecare un secondo. 
È di tutto questo che voglio raccontarvi, e piano piano lo farò, non temete... Perché questo blog oltre che di cucina e cibo parla anche  di me, di me che amo la cucina e il cibo, e quindi alla fine siamo sempre lì ;-)


Ma oggi per un attimo voglio tornare virtualmente a casa, e vi porto con me proponendovi questa ricetta della tradizione marchigiana, molto diffusa tra forni e pasticcerie locali, e quasi sconosciuta -purtroppo- al resto del mondo...

Le ciambelle di mosto sono uno fra i ricordi più belli della mia infanzia, protagoniste di infinite colazioni e merende a scuola: facevano capolino i primi giorni di ottobre con l'inizio della vendemmia e addolcivano il rientro a scuola. 
Dopo averle comprate per tanti anni, finalmente mi sono decisa a prepararle in casa e dopo alcune prove vi regalo la mia ricetta definitiva: per chi, come me, le conosce e le ha sempre amate, ma anche per chi è curioso di scoprire un sapore nuovo. 
Un piccolo omaggio alle mie Marche, sconquassate e traballanti, che mai come in questo momento hanno bisogno di credere in se stesse e di rialzarsi, riscoprendo la vera Bellezza - che non crolla!, perché non è solo nelle case e negli edifici, ma è nella gente, nelle tradizioni, nelle parole, nei cuori. 
 

LE CIAMBELLE DI MOSTO MARCHIGIANE
(Ricetta tratta e modificata da Ricette tradizionali matelicesi di Antonio Trecciola )
Ingredienti per 6 ciambelle grandi
Per il lievitino:
100 g di acqua tiepida
100 g di farina 0
12 g di lievito di birra fresco
1 cucchiaino di miele

1) Sciogliete il lievito e il miele nell’acqua tiepida. Aggiungete la farina e mescolate giusto il tempo di formare una “crema”. Coprite e lasciate lievitare per circa 45 minuti (deve triplicare).

Per l’impasto:
500 g di farina 0
110 g di zucchero semolato
260-270 g di mosto d’uva
65 g di olio di semi d’arachide
4 g di semi di anice
2 g di sale fino

1) Nella ciotola della planetaria versate la farina setacciata, lo zucchero e i semi di anice. Aggiungete il lievitino e il mosto ed iniziate ad impastare con la foglia a bassa velocità: appena l’impasto prende consistenza montate il gancio e continuate fino ad incordatura.
Aggiungete l’olio a più riprese, facendolo assorbire bene ogni volta, e in ultimo il sale a pioggia: l’impasto è pronto quando risulta liscio, lucido e si stacca completamente dalle pareti.
Potete fare l’impasto anche a mano, aggiungendo gli ingredienti nello stesso ordine: risulterà un po’ appiccicoso ma cercate di non aggiungere troppa farina.

2) Adagiate l’impasto in una ciotola, coprite con pellicola e fate raddoppiare (per circa 3 ore).

3) Rovesciate l’impasto sulla spianatoia e dividetelo in 6 parti. Formate le ciambelle e ponetele ben distanziate su una teglia foderata di carta forno. Fate lievitare ancora fino al raddoppio, per 1 ora e mezza/2 ore.

4) Spennellate le ciambelle con poco latte e infornate in forno già caldo a 180°C per 25 minuti.
Servite le ciambelle di mosto fredde, farcite di Nutella o marmellata, inzuppandole nel latte o nel tè, in qualsiasi momento della giornata!! ;-)
NOTA:
Con la stessa ricetta potete preparare anche i biscotti di mosto!
Invece delle ciambelle, formate 2 lunghi filoncini e prolungate la cottura a 35-40 minuti.
Il giorno seguente tagliateli a fette spesse 1 cm e tostateli in forno a 160°C per 30 minuti, girandoli a metà cottura.

Io li adoro cosparsi di miele e inzuppati in una tazzona di tè bollente!


Vi aspetto qui, per la prossima ricetta! Un bacio,
E.<3

mercoledì 7 ottobre 2015

La "pizza di granoturco": il piatto della mia memoria

Forse molti credono che le foodblogger nascano con il loro destino già scritto. Che fin dai primi mesi di vita si addormentino con il mestolo in mano invece del ciuccio in bocca, che abbiano imparato a montare gli albumi prima di saper scrivere il loro nome e che abbiano sfornato la prima torta di mele insieme alla nonna a 5 anni.
Bene, io sono qui per sfatare questo mito: vi presento la prima foodblogger non predestinata. In altre parole, ho deciso di imparare a cucinare di mia spontanea volontà a 14 anni, ho scoperto l'esistenza del cardamomo prima di quella del mascarpone e non ho mai cucinato un tiramisù in vita mia. 
Il motivo è presto detto. 
Nella mia famiglia non c'è mai stata una grande attenzione al cibo o alla cucina, almeno fino a pochi anni fa, non esistono ricette tradizionali tramandate con gelosia da una generazione all'altra, meno che mai di dolci. Tanto per capirci, mia madre non è il tipo di mamma che ti sveglia con il profumo di una torta di mele, ti prepara il budino al cioccolato se hai preso un brutto voto, o tantomeno invita eserciti di parenti per il pranzo di Natale. 
Però ci sono quelle quattro o cinque cose fatte e rifatte mille volte (senza "dose", ovviamente! ;-) ) che nessuno sa fare come mamma, e che per me significano casa... Sono piatti da tutti i giorni, cucinati con cibi di poche pretese: il ragù di carne, le polpette al sugo, le verdure arrosto, la crema (con le uova intere e la farina, sia chiaro... per caso ho fatto svenire qualcuno?? XD),  il pan di Spagna alla frutta, protagonista di tanti compleanni da bambina.
Ma uno dei miei preferiti è la "pizza di granoturco" (che tradotto per le foodbloggers DOC significa "Torta salata di mais"). 
È una ricetta antica, tipica della mia zona, che è stata regalata a mia madre da una vicina di casa parecchio tempo fa, e ci è piaciuta così tanto che è diventata un classico delle nostre domeniche invernali. 
In pratica si tratta di una specie di "polenta" preparata con un terzo di farina bianca e due terzi di farina di mais, farcita con verdure e salumi e cotta in forno fino a divenire solida e dorata. La ricetta originale prevederebbe un ripieno di cavoli e salsiccia, ma con il passare degli anni è stata riadattata a spinaci e prosciutto cotto, per assecondare i gusti di noi piccole. Mi ricordo che da piccola cercavo sempre di scegliere la fetta con meno cavoli, e in casi estremi me ne sbarazzavo, facendoli sparire nel piatto del babbo... :D
Più volte ho chiesto a mamma una "dose" precisa, ma invano: lei, come tutte le donne di una volta, cucina sempre "a occhio" e di dosi pesate al grammo non sa che farsene... Perciò non mi è rimasto altro che rimboccarmi le maniche e prepararla io stessa, sotto il suo sguardo vigile, annotando mano a mano le quantità di ogni ingrediente. Questo è il risultato! :-)

PIZZA DI GRANOTURCO
 Ingredienti per una teglia da 24 cm:
300 g di farina di mais
150 g di farina bianca
520-540 g di acqua
1 cucchiaino di sale
600 g di spinaci freschi
100 g di prosciutto cotto a fette
100 g di formaggio a pasta dura (scamorza, provolone, Asiago, fontina...)

1) Cuocete gli spinaci in poca acqua salata. Scolateli bene e tagliuzzateli grossolanamente.

2) Accendete il forno a 180°C.
Mescolate le farine e il sale in una zuppiera. Scaldate appena l'acqua e versatela nella ciotola delle farine, mescolando con un cucchiaio di legno fino ad ottenere una sorta di polenta un po' più liquida.

3) Versate la metà dell'impasto in una teglia oliata da 24 cm di diametro. Disponete sopra gli spinaci, poi coprite con le fette di prosciutto e il formaggio a fettine, facendo attenzione a non far uscire il ripieno dai bordi. Versate sopra l'impasto restante fino a coprire tutta la superficie.

4) Infornate per circa 45-50 minuti: la torta deve diventare solida e formare una bella crosticina dorata (le crepe sono normali, anzi, secondo me la rendono ancora più rustica e invitante! ;-) ). Se fate la prova stecchino, questo deve uscire appena umido.
Lasciate riposare 5 minuti prima sformare e tagliare a fette.

Calda è la fine del mondo, ma è ottima anche fredda, il giorno dopo, quando i sapori si saranno amalgamati alla perfezione. :-)




Con questa ricetta vorrei partecipare al primo contest di Tiziana di Profumo di broccoli: "Il piatto della tua memoria" .
E ora, anche se a malincuore, non mi resta che salutarvi e ritornare alle sudate carte... 
A prestissimo!! 
E. <3 
 P.S. Mi scuso per i post fantasma che ogni tanto appaiono... un  po' sarà che sono ancora una novellina di Blogger, un po' saranno la stanchezza e la sbadataggine, un po' l'età che avanza... ;-)