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martedì 15 maggio 2018

Pancakes di avena alle fragole, cocco e cioccolato

Maggio è senza dubbio il mese delle fragole.
Le aspetto tutto l'anno, come si aspettano le vacanze al mare o la fine delle scuole.
Guardo con sospetto le prime apparizioni di febbraio, che hanno l'aria pallida e debole di chi ha affrontato un lungo viaggio. Scruto circospetta le primizie, dal prezzo esorbitante e dal sapore acquoso e solo quando le vedo rosseggiare dappertutto, mi decido e faccio un passo avanti. Sono mie, finalmente!
Potrei vivere solo di fragole, in primavera, e non sono ancora riuscite a stancarmi. Ne tengo sempre da parte una vaschetta in frigorifero: sono la mia piccola certezza, da scoprire la mattina a colazione o in cui rifugiarmi dopo una giornata particolarmente stressante.
Sono così buone, e durano così poco che finisco per infilarle dappertutto: nella mia ciotola di yogurt mattutina, in un frullato nutriente, sopra una classica crostata e perfino in un'insalata un po' più "chic" del solito. Quando non le finisco semplicemente così, "pescando" direttamente dalla ciotola!
Stavolta però, sono riuscita a tenerne da parte qualcuna per provare qualcosa di nuovo.
E quando si tratta di sperimentare, la mia vena dolce fa da padrona ;-)
Dopo aver gironzolato a lungo su Instagram (mia croce e delizia degli ultimi tempi!) mi sono fermata qui, catturata da invitanti torrette di pancakes traboccanti di frutta e burro d'arachidi. 
Ho aspettato che arrivasse la domenica per alzarmi un po' più tardi del solito, tirare fuori tutti gli ingredienti e mettermi all'opera: il risultato è quello che vedete qua sotto, e potete ben immaginare come sia partita alla grande la giornata! ;-)
Anche se a molti potranno sembrare "strani" (Dove sono le uova? E il burro?? E i semi di lino cosa c'entrano?), sono riuscita a preparare dei pancakes perfettamente "funzionanti" anche senza tutti gli ingredienti classici, con il vantaggio di una buona dose di fibre, proteine e grassi "buoni". 
Nell'attesa di prepararli di nuovo, vi regalo la mia versione della ricetta di Taylor, sperando di convincere anche i più scettici... e mi raccomando, se li preparate, abbondate con il cioccolato!! ;-)
PANCAKES DI AVENA ALLE FRAGOLE, COCCO E CIOCCOLATO

Ingredienti per 8 pancakes:
1 cucchiaio di semi di lino macinati (7 g)
2 cucchiai di acqua (21 g)
25 g di farina di ceci
25 g di farina di avena integrale
10 g di farina di cocco*
1 cucchiaio di zucchero di canna
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 pizzico di bicarbonato
1/2 cucchiaino di cannella in polvere (o vaniglia, a piacere)
120-130 g di latte di riso (o latte a scelta)
olio di cocco q.b.

Per servire:
fragole fresche 
cioccolato fondente
scaglie di cocco
sciroppo d'acero, miele o concentrato di dattero 

* Si tratta di una farina finissima, chiamata proprio "farina di cocco", che assorbe moltissima acqua, e non del classico cocco grattugiato o cocco rapè. Io l'ho acquistata qui. Potete sostituirla con altrettanta farina d'avena, ma attenzione ai liquidi perché potrebbe servire meno latte!


1) In una ciotolina mescolate i semi di lino con l'acqua e lasciate riposare per almeno 10 minuti, finché non si formerà un gel.
2) A parte unite le farine, lo zucchero di canna, il lievito, il bicarbonato e la cannella. Aggiungete il gel di semi di lino e il latte di riso, mescolando bene con una frusta per non formare grumi.
3) Scaldate poco olio di cocco in una padellina. Quando è ben calda, versate un paio di cucchiai di impasto per formare il primo pancake. Aspettate che si formino tante bollicine sulla superficie prima di girarlo e terminare la cottura (circa 2-3 minuti per lato).
Continuate così fino a esaurire l'impasto.
4) Servite subito i pancakes ben caldi, decorando con fragole fresche a pezzetti, cioccolato fondente tritato, scaglie di cocco e abbondante sciroppo d'acero.
E. <3

mercoledì 21 febbraio 2018

Vellutata di finocchi e patate al limone

Sono tornata.
Ho aspettato a lungo prima di scrivere questo post, le dita sospese sulla tastiera, indugiando sulle parole che fanno fatica a venire fuori, dopo tanto tempo.
Ho cercato invano "una scusa" per tornare, come quando hai voglia di andare a trovare un'amica che non vedi da tanto tempo e prepari una torta, sperando che farina, zucchero e uova riescano a raccontare per te tutto quello che non riuscirai mai a dire.
Ma l'unico motivo che sono riuscita a trovare è che qui mi sento a casa.
Avrei voluto accogliervi con un dolce profumato di cannella o un barattolo di croccanti biscotti, di quelli che riescono a scaldare i pomeriggi invernali e a far partire le giornate con il piede giusto... ma per questa volta dovete accontentarvi di una semplice vellutata, così semplice da stupirmi ogni volta di quanto sia buona, specialmente dopo una giornata grigia e stancante.
Ve la racconto in due parole, insieme a queste foto a cui tengo particolarmente, perché scattate al volo durante un pranzo "in famiglia", a una fin troppo paziente sorella... ;-))

VELLUTATA DI FINOCCHI E PATATE AL LIMONE
Ingredienti per 4:
4 patate piccole (400 g circa)
3 finocchi grandi (800 g circa)
1 limone non trattato
Timo fresco
Sale, pepe, olio extravergine d'oliva

1) Lavate e sbucciate le patate, tagliatele a tocchetti.
Lavate i finocchi, privateli delle estremità superiori e tagliateli prima a metà, poi a fettine spesse 1 cm.
2) Mettete finocchi e patate in una pentola capiente, aggiungete le foglioline di timo fresco e coprite di acqua o brodo vegetale. Portate a bollore e lasciate cuocere per 20 minuti circa, finché le verdure non sono tenere.
3) Frullate le verdure con il mixer a immersione, aggiungendo acqua di cottura quanto basta. Prima di servire condite con sale, pepe macinato al momento, succo di limone e un giro d'olio extravergine d'oliva.
A prestissimo,
E. <3

lunedì 4 dicembre 2017

Orzotto alla zucca e zafferano con mandorle e stracchino

Stamattina e mi sono svegliata e il primo pensiero che ho avuto è stato: "cavolo, è il primo lunedì di dicembre!"
Non che il primo giorno del mese non mi avesse fatto effetto, ma il lunedì ha sempre quel tono imperioso che mi costringe a fare il punto della situazione e a chiedere a me stessa: "Bene, da dove riparto ora?"
E in questo primo lunedì di dicembre sono voluta ripartire da qui, con una ricetta semplice, ma particolarmente "preziosa" per me, perché mi ha fatto scoprire, o meglio, ri-scoprire, due ingredienti che già conoscevo ma non avevo mai valorizzato abbastanza.
Il primo è l'orzo: l'avevo sempre considerato una sorta di fratello minore del farro, simile nella forma e nelle possibilità di utilizzo, con gli svantaggi di un sapore più delicato e di una cottura più lunga. Queste semplici considerazioni mi avevano portata a scegliere quasi sempre il farro nelle insalate e nelle zuppe, relegando l'orzo al ruolo di tappabuchi nelle situazioni di emergenza (che nella mia cucina sono più uniche che rare, vista la preoccupante inclinazione all'accumulo della sottoscritta ;-) ). 
Quando ho ricevuto il prezioso orzo perlato biologico della Monte Gemmo, però, mi sono dovuta ingegnare, ovvero scartabellare vecchie riviste e saltellare da una pagina web all'altra, che è il mio modo di cercare ispirazione :-P.
Leggendo questo meraviglioso post di Giulia ho scoperto che l'orzo, con una lenta cottura e un buon brodo vegetale, può diventare una validissima alternativa al riso nei risotti. Se il farro con la sua personalità tenderebbe a coprire tutti i sapori, l'orzo è perfetto perché li assorbe e li conserva con cura, rimanendo croccante: signori e signore, vi presento l'orzotto!
Il secondo ingrediente è lo zafferano: non avevo mai provato alcun interesse per questo misterioso fiore, perché nella mia testa lo associavo a quelle tristi bustine vendute a peso d'oro con uno strano odore, a metà tra il chimico e lo stantio, e un colore troppo intenso per essere naturale. 
Lo zafferano in pistilli purissimo Monte Gemmo è stato una svolta: aprendo il minuscolo barattolino ho scoperto che il VERO zafferano ha un odore dolcissimo, mielato e inebriante, capace di stravolgere completamente anche il piatto più comune, come l'orzotto alla zucca che vi propongo oggi.
Non preoccupatevi se non vedrete colorarsi istantaneamente il vostro orzotto (non è così che deve comportarsi uno zafferano naturale!), ma provate a chiudere gli occhi e a far lavorare il naso: non vi sentite già in pace col mondo intero?? ;-))
Se già conoscete lo zafferano potete capirmi, ma se invece, come me, non lo avete mai provato all'infuori delle classiche "bustine" spero proprio di avervi incuriosito: io gli ho già riservato il posto d'onore nella mia dispensa, in attesa di un'occasione speciale...
ORZOTTO ALLA ZUCCA E ZAFFERANO CON MANDORLE E STRACCHINO
Ingredienti per 4 persone:
280 g di orzo perlato Monte Gemmo
300 g di zucca butternut (già pulita)
1 scalogno
1,3 L di brodo vegetale
50-80 g di stracchino
3 cucchiai di parmigiano grattugiato
20 g di mandorle spellate e tostate
1/4 di cucchiaino di pistilli di zafferano purissimo bio Monte Gemmo
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva

1) Tritate finemente lo scalogno e soffriggetelo in 2 cucchiai di olio d'oliva per qualche minuto. Unite la zucca a cubetti, fate insaporire, copritela con un po' di brodo caldo e lasciate cuocere per 15 minuti.
2) Quando la zucca è morbida, schiacciatela grossolanamente con un cucchiaio di legno perché diventi cremosa. Aggiungete l'orzo perlato e portate a cottura, aggiungendo mano a mano il brodo caldo e mescolando spesso. Ci vorranno circa 35-40 minuti.
3) Polverizzate i pistilli di zafferano, schiacciandoli tra due fogli di carta forno.
4) Al termine della cottura aggiustate di sale, aggiungete lo zafferano e le mandorle e spegnete. Mantecate con lo stracchino e il parmigiano e servite immediatamente l'orzotto, decorando con qualche lamella di mandorla.
E. <3

martedì 28 novembre 2017

Zuppa rustica con cavolo nero, cannellini e salsiccia

Buongiornoo! ;-)
Mattinate fresche, non è vero? Per quel che mi riguarda siamo già entrati in quel periodo dell’anno con cui da sempre ho uno strano rapporto di amore-odio: da una parte il freddo che penetra nelle ossa e blocca pensieri e propositi, dall'altra il Natale, il mio compleanno e tutta quella serie di piatti che rientrano nella meravigliosa categoria di “comfort food”. Cibo di conforto, letteralmente, e non si potrebbe trovare una definizione più appropriata.
Non è confortante svegliarsi con la prospettiva di una torta fatta in casa che ci aspetta, o coccolarsi con un risotto alla zucca, oppure, per chi come me è costretto a mangiare fuori, uscire di casa con una zuppa ricca e nutriente al sicuro nello zaino?? ;-)
Perciò con la ricetta di oggi voglio inaugurare la stagione del cibo di conforto (qui sul blog, perché nella mia cucina è già iniziata da parecchio! :-P), e allo stesso tempo annunciarvi l’inizio di una piccola collaborazione con lAzienda Agricola“Monte Gemmo”, azienda biologica che conosco ormai da molti anni e di cui mi fido ad occhi chiusi.
Nata circa 60 anni fa come azienda a carattere familiare, con la svolta verso l’agricoltura biologica è cresciuta sempre di più anno dopo anno, senza però smarrire quel legame con il territorio che da sempre ne rappresenta il fondamento e la forza.
Tutti i prodotti dell’Azienda provengono infatti dalle splendide campagne marchigiane, coltivate con profonda passione da Giuliano, titolare dell’azienda, e suo figlio Michele: dai tradizionali legumi come ceci e lenticchie, ai cereali come orzo e farro, materia prima perfetta per prodotti soffiati di alta qualità. Senza dimenticare lo zafferano in pistilli purissimo, fiore all'occhiello della Monte Gemmo, coltivato e raccolto a mano con particolare cura.
Inutile dire che, non appena ho avuto modo di metterli alla prova in cucina, mi sono innamorata all’istante di questi “piccoli tesori marchigiani”, che mi danno la possibilità di realizzare ogni giorno e senza troppi sforzi una cucina semplice ma di qualità.
E vi poso assicurare che è tutta un’altra cosa sapere che il farro o le lenticchie che stai cucinando provengono da quello stesso terreno che ogni giorno puoi vedere, calpestare, annusare… ;-)
Il che ci riporta al cibo di conforto di cui sopra, perché la ricetta di oggi è una zuppa ricca e confortante, preparata con la Zuppa rustica Monte Gemmo: un mix di lenticchia, orzo e farro biologici che ben si sposa con la morbidezza della zucca e la sapidità di un’ottima salsiccia artigianale.
Io ho voluto renderla ancora più ricca aggiungendo qualche foglia di cavolo nero e una manciata di fagioli cannellini, ma nulla vieta di mettere alla prova anche verza, spinaci, bietole o fagioli borlotti.
Anzi, sono certa che basterà un rapido sguardo alla dispensa o agli avanzi della sera precedente per creare un piccolo capolavoro… di grande conforto! ;-))
ZUPPA RUSTICA CON CAVOLO NERO, CANNELLINI E SALSICCIA

Ingredienti per 4 persone:
160 g di zuppa rustica Monte Gemmo
350 g di zucca
200 g di cavolo nero, pulito
160 g di fagioli cannellini (già cotti)
2 salsicce (200 g circa)*
1 cipolla dorata
1,5 l di brodo vegetale
1 rametto di rosmarino
sale, pepe e olio extravergine d'oliva

* Io ho utilizzato delle incredibili salsicce artigianali al Verdicchio di Matelica scovate per puro caso da mamma in un supermercato locale... se mai aveste la fortuna di trovarle, non esitate un istante!!

1) Pulite il cavolo nero, private le foglie della costa centrale e cuocetele a vapore per 30 minuti.
2) Tritate finemente la cipolla e fatela imbiondire insieme al rosmarino in 3 cucchiai d'olio. Aggiungete la zucca a cubetti e fate rosolare anch'essa per qualche minuto, quindi unite la zuppa rustica e il cavolo nero cotto e tritato grossolanamente. Coprite con abbondante brodo vegetale e lasciate cuocere per circa 30 minuti, mescolando di tanto in tanto e aggiungendo altro brodo se necessario.
3) Tagliate a pezzettini la salsiccia e rosolatela in una padella senza aggiungere grassi, finché non sarà croccante. Lasciatela raffreddare su della carta assorbente per eliminare il grasso in eccesso.
4) Quando la zuppa è pronta spegnete il fuoco, unite i cannellini già cotti e la salsiccia, aggiustate di sale e lasciate riposare per 10 minuti prima di servire. 

5) A piacere, completate la zuppa con un giro d'olio, una generosa macinata di pepe e una fetta di pane croccante. 

Buona giornata, a presto!
E. <3

lunedì 13 novembre 2017

Panini al farro con noci e rosmarino

Finalmente si torna a parlare di lievitati, una delle mie più grandi passioni da sempre, ma che ultimamente - purtroppo!! - sono stata costretta ad accantonare per mancanza di tempo.
Ripenso con nostalgia al periodo del "lievito madre": al noto vasetto di vetro che gironzolava per il frigo, a quando, ogni quattro giorni, cascasse il mondo, mi dedicavo al suo rinfresco e ogni volta sperimentavo una nuova ricetta: un pane profumato, una focaccia ripiena o dei semplici grissini, ovviamente sfornati alle ore più strane per star dietro alle interminabili lievitazioni.
L'avevo tenacemente tenuto in vita, ucciso e "resuscitato" per ben tre volte, finché un giorno, esasperata da un'incurabile acidosi, non si è estinto in una pagnotta... e pensare che non sono mai riuscita a dargli un nome!
Ora che i miei ritmi sono cambiati e i lunghi pomeriggi in casa profumati di lievito e farina sono solo un ricordo, mi limito a sfornare teglie di crackers senza lievito e qualche sparuta pagnotta ogni tanto, che però finisce sempre troppo presto per i miei gusti...
Ma in uno dei rari weekend a casa (che solitamente oscillano tra valanghe di cibo cucinate con amore dalla mia mamma e nuove ricette da fotografare ;-)), sono riuscita a sfornare questi deliziosi paninetti alle noci, utilizzando una delle farine che amo di più per il gusto e la versatilità. 
E' bastato che, una volta infornati i panini, il profumo celestiale del rosmarino e delle noci invadesse la casa per ripagarmi dell'attesa. 
La preparazione in effetti può sembrare un po' laboriosa... ma vi assicuro che ne vale la pena! Il preimpasto è un passaggio fondamentale per la buona riuscita della ricetta: permette di diminuire la dose di lievito e rende così i panini più soffici, digeribili e profumati, oltre che prolungarne la conservazione. Da quando l'ho "scoperto", cerco di non saltarlo mai e vi consiglio di fare lo stesso! 
Vi lascio alla ricetta e vi auguro una buona settimana: se non sbaglio sono previste pioggia e basse temperature, chissà che non riusciate a trovare del tempo per mettere le mani in pasta? ;-))
PANINI AL FARRO CON NOCI E ROSMARINO

Ingredienti per 8 panini
Per il preimpasto:
100 g di acqua
100 g di farina 0
3 g di lievito di birra fresco
1 cucchiaino di zucchero di canna (o miele)

Sciogliete il lievito di birra e lo zucchero nell'acqua tiepida. Aggiungete la farina e mescolate con un cucchiaio quanto basta per amalgamare gli ingredienti. Coprite e lasciate fermentare per 4 ore (deve triplicare).

Per l'impasto:
420 g di farina integrale di farro
230 g di acqua
50 g di gherigli di noci
1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaio di aghi di rosmarino tritati
12 g di sale fino
latte q.b. per spennellare

1) In una ciotola capiente mescolate la farina con gli aghi di rosmarino. Formate un buco al centro e versate il preimpasto e l'acqua tiepida, quindi iniziate a mescolare con una forchetta raccogliendo man mano tutta la farina.
Unite il sale a pioggia e l'olio.
Trasferite l'impasto sulla spianatoia e terminate di impastare finché non diventerà liscio, omogeneo ed elastico.
Formate una palla, copritela con la ciotola e lasciate riposare per una mezz'ora.

2) Riprendete l'impasto e unite anche le noci spezzettate grossolanamente, impastando per distribuirle in modo omogeneo. Formate ancora una palla, adagiatela nella ciotola leggermente unta d'olio evo e lasciate lievitare coperto fino al raddoppio del volume (3-4 h).

3) Rovesciate l'impasto sulla spianatoia leggermente infarinata e dividetelo in 8 pezzi (circa 110 g l'uno). Formate tante palline, avvolgendo stretto l'impasto, e disponetele ben distanziate su una teglia foderata di carta forno.
Coprite con un canovaccio e lasciate lievitare i panini fino al raddoppio (1,5 - 2 ore).

4) Preriscaldate il forno a 200°C.
Spennellate delicatamente ciascun panino con un po' di latte e infornate per circa 25 minuti: i panini dovranno diventare dorati.
Lasciate raffreddare completamente su una griglia.
Potete conservare i panini alle noci in un sacchetto di carta, per 2-3 giorni, oppure congelarli per averli sempre pronti in caso di necessità.

Io li adoro in versione dolce, farciti con una semplice confettura fatta in casa (qui trovate la mia confettura di bacche di sambuco, pesche e mele che ultimamente è la padrona indiscussa delle mie colazioni), oppure in versione salata: hummus di ceci, pomodori secchi e verdure grigliate; prosciutto crudo, stracchino e rucola oppure semplicemente una fetta di pecorino fresco marchigiano bastano per risolvere un pranzo fuori casa ;-)
Alla prossima ricetta,
E. <3

lunedì 16 ottobre 2017

Torta di pere, grano saraceno e cioccolato

Sono tornata.
Un trasloco mi separa dall'ultimo post, e le settimane appena trascorse sono state settimane di assestamento: una nuova casa, nuovi corsi da seguire, nuovi ritmi, ma anche vecchie paure con cui fare i conti.
Settimane alla ricerca dell'equilibrio, come un funambolo sospeso a braccia aperte: è consapevole che solo pochi passi lo separano dalla sicurezza, ma continua a guardare giù, irresistibilmente attratto dal vuoto.
Vorrei potesse esistere la formula perfetta per ogni equilibrio, il giusto tempo da dedicare a ogni cosa, dalle passioni allo studio, le ore di sonno, e perfino il cibo. Come se trovarla bastasse a sistemare ogni cosa una volta per tutte, e ad essere felici.
E quando, incapace di accettare la mia sconfitta, rischio di soffocare nel groviglio della giornata, torno a rifugiarmi qui, come ci si rifugia nella penombra di una cucina piena di libri e barattoli di farina, che profuma di caffè appena fatto e una piccola torta di pere.
Per preparare questa torta sono andata ad occhi chiusi: un sacchettino di pere locali, piccole ma dolcissime, un impasto rustico con le mie farine preferite, e una pioggia di scaglie di cioccolato fondente da lasciar scivolare sul fondo, come un piccolo segreto da scoprire a colazione. 
Potete sostituire le farine con altre a vostra scelta, lasciando invariate le quantità: grano integrale, orzo, avena...
Al posto delle pere potete utilizzare la vostra frutta di stagione preferita: mele selvatiche, per un classico senza tempo, oppure prugne, per chi non vuole ancora arrendersi all'autunno.
Tocco finale, abbondante cannella in polvere: io la metterei ovunque, e il suo profumo rassicurante riesce sempre a farmi sentire a casa ;-))
TORTA DI PERE, GRANO SARACENO E CIOCCOLATO
Ingredienti per una torta da 20 cm:
2 uova piccole
70 g di zucchero di canna + 2 cucchiai per la superficie
60 g di olio di riso
200 g di latte di soia
80 g di farina di grano saraceno
100 g di farina di farro
70 g di cioccolato fondente (per me al 72% di cacao)
3 pere Angelica (350 g circa)
1/2 bustina di lievito per dolci
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
 1 cucchiaio di nocino homemade

1) Rompete le uova in una ciotola insieme allo zucchero di canna e alla vaniglia. Montate energicamente con una frusta finché non sono soffici e spumose. Unite l'olio di riso a filo, continuando a montare.
2) Aggiungete anche le farine setacciate insieme al lievito, alternandole con il latte, poi il nocino.
3) Sbucciate una pera e tagliatela a piccoli tocchetti. Tritate con un coltello il cioccolato fondente e unite anche questi all'impasto, mescolando delicatamente con una spatola.
4) Versate l'impasto in uno stampo da 20 cm, già unto e spolverato di farina.
Decorate la superficie con le 2 pere rimaste, sbucciate e tagliate a spicchi sottili, infine cospargete con 2 cucchiai di zucchero di canna e infornate in forno già caldo a 180°C per 45 minuti.
5) Sfornate e lasciate raffreddare completamente la torta prima di tagliarla.
Un bacio, a presto
E. <3


giovedì 20 aprile 2017

Il mio sartù (vegetariano) per l'MTC n°65

 L'MTC non sarebbe l'MTC se non ci fosse lei che una ne pensa e cento ne inventa... ma chi?? La grande boss, la Van Pelt ovviamente! E' inutile dare la colpa al terzo giudice, lo sanno tutti che c'è sempre lo zampino di quella donna diabolica straordinaria, che riesce a tirar fuori una sfida più temibile dell'altra.
E infatti, non ve lo volevo dire, ma in realtà MTC sta per Mo' Te Cucco, o Me Te Cucino, o forse per Ma Te la sei Cercata?
E certo che me la sono cercata, perché - scherzi a parte -  far parte della grande famiglia MTC è un onore, un'esperienza incredibile, un sfida continua... a volte ardua e sfiancante (letteralmente!), ma mai noiosa, soprattutto per me che in cucina ho ancora troppo da imparare ;-)
Questa volta il tema della sfida lo ha scelto Marina, del blog "Mademoiselle Marina": il sartù, ricco piatto napoletano, una sorta di timballo di riso ripieno.
Mai avrei immaginato di preparare un sartù, e forse mai lo rifarò (devo ancora recuperare del tutto le forze, giuro!),  ma quello che conta è averci provato, e aver imparato qualcosa di nuovo ;-)
Dopo notti insonni trascorse a passare in rassegna - e a bocciare - tutti i possibili ripieni, mi sono affidata a un evergreen di cui mai sarò stanca: erbette primaverili, lavate e cotte con tantissima cura da mamma ;-),  avvolte da una morbida crema di ricotta.
Nelle polpettine, anche queste vegetariane, le prime fave della stagione e la croccantezza appena accennata delle noci. E visto che per me non ci sono fave senza pecorino, gli ho trovato un posticino nella vellutata di accompagnamento, delicata e discreta come alla fine è apparso il mio sartù: ben distante dalle opulente tavole pasquali, ma perfetto per un semplice pic nic sull'erba fresca... 

SARTU' VEGETARIANO ALLE ERBETTE E RICOTTA CON VELLUTATA DI PECORINO 
Ingredienti per il brodo vegetale:
2 L di acqua
1 carota
1 cipolla 
1 gambo di sedano
1 patata
qualche foglia di bieta
2 baccelli di fave (lavati e tagliati in 3-4 pezzi)
2 foglie di alloro
2 chiodi di garofano
1 rametto di rosmarino fresco
1-2 rametti di timo fresco

In un pentolone alto e stretto mettete l'acqua fredda e le verdure pulite. Portate a ebollizione e lasciate cuocere a fuoco basso per un'oretta. Dieci minuti prima di spegnere aggiungete i chiodi di garofano, alloro, rosmarino e timo.
Tenete da parte 300 mL di brodo per la vellutata, mentre il resto servirà per cuocere il riso.

Ingredienti per il riso:
600 g di riso carnaroli
olio extravergine d'oliva, sale
50 g di parmigiano grattugiato
5 uova grandi

In una pentola capiente portate a ebollizione 1,5 L di brodo vegetale, salate con moderazione e cuocete il riso per 3/4 del tempo indicato.
Scolate bene il riso e conditelo subito con un giro d'olio extravergine d'oliva.
Quando è ormai tiepido, aggiungete il parmigiano e le uova, una alla volta, amalgamando bene con un cucchiaio di legno.

Ingredienti per le polpettine di fave, robiola e noci:
100 g di fave sgusciate (circa 700 g fresche)
30 g di gherigli di noce
50 g di pangrattato
70 g di robiola
qualche foglia di menta fresca
sale e pepe

Sgusciate le fave e scottatele per pochi minuti in acqua bollente; scolatele e passatele subito sotto l'acqua fredda.
Nel mixer mettete le noci, le fave, la robiola, la menta, sale e pepe e frullate per qualche secondo, in modo da ottenere un composto grossolano.
Aggiungete il pangrattato, aggiustate di sale e formate tante palline delle dimensioni di una nocciola.
Volendo potete friggerle: io le ho inserite nel ripieno così.

Ingredienti per il ripieno di erbette e ricotta:
450 g di erbette miste (peso già cotte e scolate)
Io ho usato 200 g di bieta, 130 g di puntarelle e 120 g di agretti.
200 g di ricotta fresca vaccina
sale, noce moscata
burro e pangrattato per lo stampo

Lavate le verdure e cuocetele in poca acqua salata, scolatele e strizzatele benissimo per eliminare quanta più acqua possibile.
Tagliuzzatele e amalgamatele alla ricotta, alla noce moscata e a un pizzico di sale se necessario.

Imburrate accuratamente uno stampo svasato di alluminio (diametro 20 cm, altezza 10-12 cm), cospargetelo di pangrattato scrollando le briciole in eccesso.
Formate un primo strato di riso alto 1 cm circa sul fondo dello stampo, pressando bene il riso con un cucchiaio o con le mani. Continuate anche lungo le pareti, fino a metà altezza della teglia.
Disponete metà delle erbette e delle polpettine, coprite con un altro strato di riso e terminate di ricoprire le pareti. Disponete le erbette e le polpettine rimaste e sigillate il sartù con altro riso. 
Cospargete la superficie con poco pangrattato e un giro d'olio (o qualche fiocchetto di burro) e infornate a 180°C per 35-40 minuti: i bordi del sartù devono staccarsi dalle pareti dello stampo.
Aspettate almeno 15 minuti prima di capovolgere e sformare il sartù su un piatto: finalmente tagliatelo a fette e servitelo con la vellutata di pecorino ben calda!
Ingredienti per la vellutata di pecorino:
300 mL di brodo vegetale
100 g di latte
40 g di burro
40 g di farina
70 g di pecorino grattugiato (per me pecorino fresco della Val d'Orcia)
scorza di mezzo limone bio
noce moscata
sale e pepe

Scaldate leggermente il latte insieme alla noce moscata e alla scorza di limone, poi aggiungete il pecorino, mescolando fino a farlo sciogliere completamente.
Preparate il roux: in un tegame fate sciogliere il burro a fiamma bassissima, in modo da eliminare più acqua possibile. Allontanatelo dal fuoco e aggiungete la farina in un colpo solo, mescolando energicamente.
Rimettete sul fuoco e aggiungete il latte tiepido e il brodo a temperatura ambiente, mescolando in continuazione. 
Non appena sfiora il bollore, regolate la fiamma al minimo e lasciate sobbollire per 15 minuti, mescolando di tanto in tanto, fino a raggiungere la consistenza desiderata.
Al termine della cottura aggiustate di sale e pepe e coprite la vellutata con pellicola a contatto fino al momento di servire.
Che ne dite di quest'opera di architettura culinaria? Aspetto i vostri commenti, un bacio!!
E. <3

giovedì 6 aprile 2017

Zuppa di ceci, funghi e topinambur e una nuova avventura

Sono tornata!!
Un po' (tanto) in ritardo rispetto al solito post di inizio settimana, lo so... ma quello appena trascorso è stato un finesettimana intenso, di quelli che ti prosciugano le energie e allo stesso tempo te ne tirano fuori di nuove, sconosciute e travolgenti.
Per farla breve, sono stata a Bologna per il corso di foodphotography e foodstyling "DAZZERO", e oltre ad aver imparato un sacco di cose, ho avuto la fortuna di conoscere Monique, autrice del blog "Miel & Ricotta" nonché fotografa superbrava: una donna straordinaria, inguaribilmente ironica (e autoironica!) quanto autentica e sensibile... e solo chi la conosce sa di cosa parlo.
Due giorni intensi e travolgenti, che mi hanno spalancato un mondo totalmente nuovo e mi hanno fatto capire quanta tecnica e quanto senso artistico ci siano dietro una semplice foto, e dovrò riuscire a tirare fuori entrambi. 
Perché il cibo si mangia prima con gli occhi, e non ci può essere una buona ricetta senza una foto ben fatta, che sappia trasmettere emozioni e raccontare una storia...
Ovviamente la prima tentazione, appena tornata a casa, è stata quella di chiudere baracca e burattini, cancellare ogni singola foto fatta fino ad ora e dire: "Non ce la farò mai!". 
Ma non posso arrendermi ancora prima di aver tentato, non credete? Per cui ho deciso che continuerò a scrivere ricette e a postare foto, anche se non fossi soddisfatta del risultato (e non bisogna mai esserlo, come ci ha insegnato Monique ;-) ), perché ormai non posso più vivere senza questo spazietto, e raccontare di cibo è sempre la migliore terapia contro ogni male ;-)
Perciò mi metto in cammino, senza sapere quanto sia lunga e tortuosa la strada, quante le volte che sarò tentata di mollare tutto e rinunciare a un sogno, ma se mi sarete vicini (voi venticinque lettori, o dieci o uno solo) non mi fa paura la fatica, e insieme ne vedremo delle belle! ;-))
La ricetta di oggi è una zuppa - strano! :-P preparata qualche tempo fa con la mia ultima scoperta culinaria, ovvero i topinambur: dolci e vellutati, si mescolano alla perfezione con i ceci e i funghi, in un insieme cremoso e consistente allo stesso tempo.
E visto che il caldo si avvicina a grandi passi, se per caso vi trovate fra le mani questi strani tuberi, approfittatene prima che sia troppo tardi... ;-)

ZUPPA DI CECI, FUNGHI E TOPINAMBUR
Ingredienti per 2:
200 g di ceci già cotti
360 g di topinambur puliti
4 funghi champignon freschi (140 g circa)
1/2 cipolla
1 rametto di rosmarino
Brodo vegetale q.b.
sale, pepe e olio evo q.b.

1) Sbucciate i topinambur e tagliateli a quadretti di 1 cm. Pulite i funghi e tagliateli a fettine.
2) In un tegame fate imbiondire la cipolla e il rosmarino tritati con due cucchiai di olio. Aggiungete i topinambur, i ceci, coprite di brodo vegetale o acqua calda e portate a cottura, mescolando di tanto in tanto.
3) Dopo 20 minuti, aggiungete anche i funghi e salate. Lasciate cuocere per altri 10 minuti.
4) Quando la zuppa è pronta, frullatene un terzo con il mixer a immersione e servite ben calda, con un giro d'olio extravergine d'oliva, pepe nero macinato al momento e croccanti crostini di pane.

E. <3

venerdì 3 marzo 2017

Vellutata tiepida di carote, lenticchie rosse e arancia


Marzo. La primavera si avvicina a grandi passi, ogni tanto ci ripensa, torna a nascondersi dietro le nuvole, ma si dimentica qualche margherita e quel profumo di terra e foglie nuove. 
Mi ricordo che da bambina mi sforzavo di seguire tutto il suo percorso, dalla prima gemma all'ultima foglia verde, senza lasciarmi sfuggire nulla: controllavo ogni mattina gli alberi del viale, contavo le gemme le foglie, le spiavo aprirsi pian piano, tingersi di verde. 
Ma poi all'improvviso, come per magia, mi alzavo un giorno ed era tutto verde, tutto fresco, tutto nuovo, e non riuscivo a capacitarmi di come potesse essere successo tutto in una notte. 
E allora mi rendo conto che per la prima volta non potrò veder nascere la mia primavera, osservarla invadere le mie colline, spargere margherite sul prato davanti casa, sbocciare nei fiori screziati di rosa del nostro giardino. 
È tempo di partire, dico a me stessa, ed è proprio quando devi partire che capisci il valore di tutto quello che ogni giorno hai sempre avuto sotto gli occhi, ma senza vederlo davvero. 
Sta arrivando la primavera, ma io non riesco a smettere di postare zuppe. Vorrei giurarvi che questa è l'ultima, ma non è vero...però posso assicurarvi che è una zuppetta "da primavera", buonissima tiepida o anche fredda, dolce e fresca allo stesso tempo, e piena di colore ;-)
L'ispirazione viene da una ricetta della superbrava Rossella, potete trovare l'originale qui: io l'ho riadattata alla disponibilità del mio frigorifero, omettendo alcuni ingredienti.
E' davvero semplicissima da preparare, perfetta sia se vi imbattete in un pugno di carote dimenticate sul fondo del frigorifero, sia se avete la fortuna di trovare le prime carote della stagione, fresche e tenere. 
Se non amate il gusto piccantino dello zenzero potete tranquillamente ometterlo.  
Per una vellutata ancora più cremosa, potete aggiungere una piccola patata pelata e tagliata a cubetti, oppure guarnire con una cucchiaiata di panna fresca o yogurt bianco, appena prima di servire.
VELLUTATA TIEPIDA DI CAROTE, LENTICCHIE ROSSE E ARANCIA ALLO ZENZERO
Ingredienti per 2:
400 g di carote pulite
100 g di lenticchie rosse decorticate bio
1 cipolla rossa
succo di 1/2 arancia
1 cm di zenzero fresco
paprica dolce in polvere
sale, pepe e olio evo q.b.

1) Pelate le carote e tagliatele a rondelle.
2) Affettate sottilmente una piccola cipolla rossa e fatela appassire con due cucchiai d'olio extravergine d'oliva. Aggiungete le carote e lasciatele insaporire qualche minuto, quindi unite le lenticchie, il succo di mezza arancia, lo zenzero fresco grattugiato e la paprica.
Coprite di acqua calda (o brodo vegetale caldo) e portate a cottura: ci vorranno circa 20-25 minuti perché le carote devono ammorbidirsi per bene.
Al termine della cottura aggiustate di sale.
3) Riducete in purea le verdure con il mixer a immersione, tenendo da parte qualche rondella di carota per la decorazione. Per un sapore più fresco, potete aggiungere a crudo un cucchiaio di succo d'arancia.
4) Servite la vellutata tiepida o fredda, con un giro d'olio extravergine d'oliva e una fetta di pane integrale.

A prestissimo! 
E. <3