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mercoledì 20 settembre 2017

Casarecce con sugo di palombo, taccole e olive taggiasche per l'MTC n°67

...ovverosia la "Pasta col Pesce"!
Io, la pasta col pesce?? Chi mi conosce bene starà già sghignazzando senza ritegno... ma partiamo dal principio.
In principio fu l'MT Challenge, la diabolica sfida culinaria che crea dipendenza e che volge ormai alla sessantasettesima edizione. 
Dopo il cheesecake, i macarons e il sartù di riso credevo di aver toccato il fondo e aver finalmente sconfitto ogni timore culinario... ma si sa, all'MTC bisogna sempre aspettarsi di tutto, e così è stato. 
La pasta col pesce, di Cristina Galliti del blog "Poveri ma belli e buoni"

L'avrò ripetuto infinite volte che non sopporto (quasi tutto) il pesce, che non so cucinarlo e che riesco a mangiarlo solo nei modi e nelle forme in cui il suo sapore si senta il meno possibile, ma a quanto pare Cristina non ne era al corrente e ha voluto giocarmi un bello scherzetto :-P 
Nonostante tutto questo, complici le vacanze appena trascorse, l'imminente ritorno in Romagna (dove la cucina di mare fa da padrona ;-) ), e non ultimo un certo gusto per le sfide e le sperimentazioni sregolate... la sventurata rispose.
Vorrei poter dire di aver consultato vecchi manuali di cucina e innumerevoli riviste, soppesato con cura ogni ingrediente, sfilettato chili di pesce per allenarmi, sperimentato e assaggiato mille varianti... e invece la mia pasta col pesce è nata un po' per caso, gironzolando tra i banchi del mercato e della pescheria, con il vuoto più totale in testa e un certo ribrezzo per quelle ceste di pannocchie brulicanti ancora vive. 
La luce nelle tenebre è stato uno sparuto mazzetto di taccole, nascosto in un angolo tra foreste di insalata e cataste di pomodori troppo maturi, e in una frazione di secondo ho deciso che si poteva fare. 
Taccole e pomodoro (perché, a detta di mamma, "Le faceva così anche mia zia!"), e insieme al pomodoro le olive taggiasche, che sono così buone e con i sughetti vanno a nozze, e allora perché non pesce, pomodoro e olive, terzetto alla moda ligure già consolidato? 
La scelta del pesce si è rivelata meno ardua del previsto: non sono molti i pesci che conosco, e ancor meno quelli che mi piacciono, se poi fra questi bisogna selezionare quelli più adatti a un sugo di pomodoro... beh, insomma, avete capito!
La parte difficile è stata liquidare un pescivendolo forse un po' troppo zelante: 
"E che, non li prendi du calamaretti?? Guarda che belle 'ste pannocchie! Senti a zio, con du alici è la morte sua!" 
Io, a metà tra il terrorizzato e l'inorridito: "No grazie, solo coda di rospo!" 
"Allora te la pulisco e te la taglio!" 
"Ma, veramente..." e già immaginavo la Van Pelt furente, che reclamava foto del filetto e dello sfilettamento, pena l'esclusione dalla gara.
A questo punto, vorrei poter dire di aver preparato una buonissima pasta col pesce, azzeccando dosi, ingredienti e accostamenti al primo tentativo, con tanto di belle foto per ogni passaggio e tutti vissero felici e contenti. Vi piacerebbe!
La sottoscritta, non soddisfatta del connubio taccole/coda di rospo, ha ben pensato di fare un secondo tentativo... ma quando, qualche giorno dopo, è tornata al mercato alla ricerca del persico, ha trovato una brutta sorpresa: le taccole, forse non più di stagione, erano sparite, e con loro anche il simpatico pescivendolo, rimasto imbottigliato nel traffico per via di un terribile incidente. 
Così, il persico è diventato per necessità palombo e le taccole sono state miracolosamente ritrovate in un negozietto di periferia, quando si era ormai spenta ogni speranza e due tristi zucchine erano già pronte a rimpiazzarle dalle retrovie. 
Tutto è bene quel che finisce bene... e quando, alle 3 suonate, è stata portata in tavola la famigerata "Pasta col Pesce", nessuno ha trovato nulla da ridire: anzi, è calato il silenzio perché tutti avevano la bocca piena ;-)) 



 CASARECCE CON SUGO DI PALOMBO, TACCOLE E OLIVE TAGGIASCHE

Ingredienti per 4 persone
Per il fumetto:
10 mazzancolle
1/2 gambo di sedano
1/2 carota
1 piccola cipolla
1 scalogno
1 rametto di prezzemolo
2 grani di pepe nero
500 ml di acqua fredda

Pulite e sgusciate le mazzancolle.
In una pentola capiente riunite gli scarti dei crostacei (teste, zampette e carapaci) e gli aromi, coprite con l'acqua fredda e portate a ebollizione. 
Fate sobbollire a fuoco basso per circa 30 minuti, schiumando a fine cottura.
Spegnete, filtrate il fumetto e tenetelo in caldo.

Per il sugo:
350 g di casarecce (io trafilate al bronzo)
600 g di pomodori maturi da sugo (tipo San Marzano)
150 g di taccole
1 trancio di palombo da 300 g 
25 olive taggiasche sott'olio
1 scalogno (o 2 piccolini)
1 mazzetto di prezzemolo fresco
sale e olio extravergine d'oliva

1) Immergete i pomodori in acqua bollente per pochi minuti, quindi spellateli e riducete la polpa a pezzettini.
3) Sbollentate le taccole in acqua leggermente salata, scolatele e tagliatele a listarelle lunghe un paio di centimetri.
2) Sciacquate il palombo, asciugatelo e privatelo della lisca centrale e di tutte le spine. Tagliatelo a tocchetti spessi 1-2 cm.
3) Tritate finemente lo scalogno e il prezzemolo, quindi fateli soffriggere in un tegame ampio con qualche cucchiaio d'olio extravergine. Unite la polpa di pomodoro e qualche mestolo di brodo e lasciate cuocere per una decina di minuti. Unite le olive taggiasche ben scolate e fate insaporire.
4) Quando il pomodoro è cotto, aggiungete anche le taccole sbollentate e il palombo. Cuocete altri 5 minuti, aggiustate di sale e spegnete il fuoco.
5) Nel frattempo cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente (circa 2-3 minuti prima della fine della cottura) e unitela al sugo.
6) "Spadellate" vigorosamente le casarecce nel sugo, aggiungendo un mestolino di brodo caldo se questo risulta troppo asciutto, profumate con qualche foglia di prezzemolo crudo spezzettato e servite immediatamente.
Alla prossima ricetta!
E. <3

mercoledì 16 dicembre 2015

Gnocchetti al pesto di pomodori secchi e noci


Vi avevo già parlato quest'estate del mio amore smisurato per il pesto, ricordate? :-)
Avevo già fatto l'elogio della sua semplicità e della sua versatilità; permette di dare nuova vita ai rimasugli della dispensa, può essere usato in mille modi diversi e poi, ovviamente, è buonissimo!
Ogni scusa è buona per sperimentarne una nuova versione: semplice al basilico, di rucola, di zucchine, di fave e pecorino (il primo post del blog...non ditemi che ve lo siete perso??), al finocchietto selvatico (anche questo lo trovate qui)...
A questo punto non poteva mancare il pesto di pomodori secchi e noci: che ci volete fare, proprio natalizio non sarà...ma sono certa che vi basterebbe sentirne il profumo per chiudere un occhio! ;-)
Trovate tanti altri spunti e indicazioni per il pesto fatto in casa qui.

GNOCCHETTI ALL'ACQUA AL PESTO DI POMODORI SECCHI E NOCI
Ingredienti per 4 persone:
Per gli gnocchetti
400 g di semola di grano duro
200 g di acqua tiepida
1 pizzico di sale

1) Disponete la farina e il sale a fontana sulla spianatoia. Versate al centro l'acqua e iniziate a impastare raccogliendo la farina dai bordi con una forchetta. Terminate di impastare a mano, stirando e battendo l'impasto sulla spianatoia fino a che non otterrete una palla liscia ed elastica.
Coprite con pellicola e lasciate riposare in frigorifero per almeno un'ora (io l'ho preparato la sera prima).
2) Riprendete l'impasto e formate tanti cordoncini di 1 cm circa di diametro. Infarinate e tagliate ciascun cordoncino in pezzetti lunghi 1-2 cm. Fate rotolare ciascun pezzetto sul rigagnocchi, esercitando una leggera pressione con l'indice e il medio fino ad ottenere la caratteristica forma leggermente concava degli gnocchi.
3) Disponete gli gnocchetti ben distanziati su un vassoio infarinato. 
Potete utilizzarli subito o conservarli per un mese in freezer: basterà aspettare che siano congelati per raccoglierli in un sacchetto di plastica (su cui avrete scritto la data!).
Per il pesto
80 g di pomodori secchi
30 g di noci sgusciate
20-30 g di pecorino
Timo fresco
Olio extravergine d'oliva
1) Riunite nel mixer i pomodori secchi (scolati e asciugati con carta assorbente), le noci sgusciate, il pecorino sbriciolato grossolanamente e il timo fresco. Frullate fino ad ottenere una crema abbastanza omogenea, aggiungendo olio extravergine d'oliva se occorre.
2) Nel frattempo cuocete gli gnocchi in abbondante acqua salata: sono pronti quando vengono a galla (5 minuti circa, a seconda della grandezza).
3) Versate il pesto preparato in una zuppiera e diluitelo con qualche cucchiaio di acqua della pasta. Aggiungete gli gnocchetti, mescolate delicatamente e servite subito, decorando con qualche noce spezzettata e un rametto di timo fresco.

Buon appetito e... a presto!
E. <3

venerdì 11 settembre 2015

Struncatura alla puttanesca

... e che è, una parolaccia???
No, non lasciatevi spaventare dal nome!
La stroncatura, in dialetto "struncatura",  è un primo piatto tipico calabrese: si tratta di un formato particolare di pasta, una specie di linguine molto lunghe - scusate calabresi, non ho trovato una definizione più ortodossa! :D - realizzate esclusivamente con acqua e semola integrale di grano duro. Con la sua consistenza rustica e il suo sapore intenso e pungente, questa pasta non ama i compromessi: o la ami o la odi... non si può rimanerle indifferenti. (Altre informazioni sulla struncatura qui).

Il condimento tradizionale prevede ingredienti poveri, come aglio, olio extravergine d'oliva, capperi, acciughe, olive, peperoncino calabrese e talvolta pomodoro o pangrattato.
Io mi sono decisa per una specie di puttanesca: pomodoro fresco, olive taggiasche, acciughe, capperi e un pizzico di peperoncino, giusto per restare in tema "Calabria". E pure l'aglio, già, perché anche la sottoscritta, da sempre ostile al famigerato spicchietto, sta scoprendo il profumo incredibile che può regalare a un semplice sugo di pomodoro... (Sono stata brava, ve', Rossella? ;-) )
La struncatura è praticamente impossibile da trovare al di fuori della Calabria... ma niente paura: gli spaghetti sono una favola con questo sughetto :-)
Su, su, andate a preparare gli ingredienti: aglio, olive, pomodori appena raccolti... sentite che profumo d'estate, non vi sembra di essere ancora in riva al mare, con i vestiti leggeri e i piedi nell'acqua? ;-) 


STRUNCATURA ALLA PUTTANESCA
Ingredienti per 4 persone:
320 g di pasta tipo "struncatura" (o spaghetti, linguine...)
500 g di pomodori datterini maturi
1 cucchiaio di capperi sotto sale
8 filetti d'acciuga sott'olio
2 cucchiai di olive taggiasche
1 spicchio d'aglio
1 pizzico di peperoncino secco in polvere
olio extravergine di oliva q.b.

1) Dissalate molto bene i capperi (io li ho tenuti a mollo per un'oretta, cambiando l'acqua un paio di volte).

2) Immergete i pomodori per qualche minuto in acqua bollente, scolateli e privateli della pelle.
Tagliateli a pezzetti e mettete da parte.

3) Scaldate in una padella ampia un paio di cucchiai di olio extravergine, aggiungete l'aglio sbucciato e fatelo rosolare. Aggiungete le acciughe e lasciatele sciogliere a fuoco dolce, quindi unite anche i capperi, le olive, i pomodori e un pizzico di peperoncino.

4) Fate cuocere a fuoco basso per 10-15 minuti, aggiungendo poca acqua se necessario: i pomodori devono ammorbidirsi per benino e creare un bel sughetto. Spegnete e, se occorre, aggiustate di sale.

5) Nel frattempo cuocete la pasta in abbondante acqua bollente salata, scolatela al dente e versatela nella padella del sugo (meglio "alzarla" dalla pentola con le pinze, per mantenere un po' di acqua di cottura). Saltate la pasta con il sugo per 1 minuto e servite immediatamente.

Vi lascio con qualche scatto delle mie vacanze calabresi: un ultimo sprazzo di estate, prima di rassegnarsi al nuovo anno che comincia...
 


"Prima che il vento ci porti via tutto
e che settembre ci porti una strana felicità
pensando a cieli infuocati e a brevi amori infiniti
respira questa libertà.."
(Jovanotti, L'estate addosso)

E. <3

lunedì 7 settembre 2015

La panzanella toscana

Ho fatto la mia prima conoscenza con la panzanella toscana molti mesi fa, in un pomeriggio d'inverno, quando gironzolavo in una libreria in cerca di ispirazione. Non vi dico in quale sezione della libreria stessi gironzolando, perché sono sicura che lo abbiate intuito già... fatto sta che a un tratto mi cade l'occhio su una copertina dall'aria vagamente familiare... Chi avrebbe mai immaginato di trovare, proprio nella mia libreria, il secondo libro di Giulia, che io, ovviamente, avevo già adocchiato da un pezzo? 
Una rapida sfogliatina (adesso non venitemi a dire che non avete mai letto a scrocco!!) e decido all'istante che DEVE essere mio. Mia sorella, scettica: "Ma sei sicura che poi quelle ricette le fai?" (Ah, che venalità, come si fa a non comprendere il puro piacere di leggere, sfogliare e trarre ispirazione da un libro... ;-) )
E io, imperterrita: "Vedrai, vedrai..."
E così, dai primi alla carne e dai contorni ai dolci, mi sono divertita a riprodurre a casa alcuni piatti poveri della tradizione toscana. Alcuni li conoscevo già, mentre altri sono stati un'autentica scoperta, proprio come questa panzanella. 
Dalle mie parti infatti, la panzanella è una semplice fetta di pane condita con sale, olio e aceto. Invece quella toscana prevede pane raffermo bagnato e sbriciolato, arricchito con pomodori, cipolle e basilico. Stesso nome per piatti differenti... curioso, no?
Ho solo aspettato che l'estate ci regalasse pomodori grossi e succosi, che i cetrioli del mio orto maturassero e poi, complice una grossa treccia di bellissime cipolle di Tropea, comprate personalmente in loco ;-) ... mi sono buttata!
Unico accorgimento: abbiate cura di strizzare molto ma molto bene il pane, altrimenti vi ritroverete con una sorta di pancotto poco invitante...

LA PANZANELLA TOSCANA (liberamente tratta da questo libro)
Ingredienti per 4-5 persone
300 g di pane raffermo
2 zucchine
2 pomodori tondi maturi
1 cipolla rossa (io di Tropea)
1 cetriolo
un cucchiaio di mandorle spellate
qualche foglia di basilico
sale, pepe, aceto di mele e olio extravergine d'oliva q.b.


1) Tagliate il pane a pezzetti grossolani e ammollatelo con poca acqua fredda. 

2) Tagliate le zucchine a rondelle spesse circa 1 cm, poi tagliate ogni rondella in 4. Saltate le zucchine per qualche minuto con un filo d'olio (devono rimanere croccanti), aggiustate di sale e pepe e lasciate raffreddare. 


3) Nella stessa padella delle zucchine fate tostare a fuoco basso le mandorle, quindi tritatele grossolanamente e mettete da parte. 


4) Tagliate a pezzi i pomodori e il cetriolo. Tagliate la cipolla a fettine sottili e mettetela a bagno in acqua fredda con un cucchiaino di sale. 

5) Strizzate molto bene il pane e sbriciolatelo con le mani in una zuppiera. Aggiungete i pomodori, il cetriolo, le zucchine, la cipolla scolata e le mandorle tritate. Aggiungete anche del basilico spezzettato a piacere e un cucchiaio di aceto di mele. Aggiustate di sale e pepe e condite con un filo d'olio extravergine d'oliva.  



Scusate, questa volta mi sono un po' lasciata prendere la mano e vi ho riempito di foto... Vi ho fatto una specie di passo-passo, via mettiamola così! ;-)
Vi aspetto venerdì, con un primo piatto coloratissimo, ennesima eredità delle vacanze appena trascorse... 

E. <3

lunedì 13 luglio 2015

Fileja calabrese al nero di seppia con gamberi piccanti e pesto di mandorle



Sarà che abito in montagna, ma non amo granché il pesce.
Non sopporto l'odore che lascia sulle mani e nel forno; odio doverlo pulire, odio mettere le mani in mezzo a lische e filetti gelatinosi.
Ma soprattutto, odio i crostacei. Odio gli occhietti stralunati delle pannocchie, le zampette brulicanti dei gamberi, le loro antenne stralunghe e lo scrocchiare del guscio quando vengono aperti. Per non parlare del sapore...
Insomma, dopo queste quattro righe da puffo brontolone, potete ben capire come mai, quando ho preso tra le mani e sfogliato per la prima volta (oh, emozione!) "All'ombra dei mandorli in fiore" di Rossella, la ricetta delle "Chitarrine al nero di seppia con gamberi piccanti e pesto di mandorle" fosse l'ultima con cui avrei mai immaginato di inaugurare questo libro.
Mi rivedo, il fatidico giorno della presentazione, in piedi al minuscolo tavolino, con un cartoccetto di mandorle calde e profumate in una mano e il suddetto libro pericolosamente in bilico nell'altra, mentre cercavo di sfogliarlo senza ungerlo, sgranocchiando mandorle, e allo stesso tempo spiavo incuriosita tutte quelle persone sconosciute che assaggiavano mandorle, chiacchieravano di mandorle, chiedevano mandorle o, come me, leggevano di mandorle.
Il pesto di mandorle, il latte di mandorle, la crostata con la pasta di mandorle...ma i gamberi, no!



Anche se continuavo a leggere e rileggere l'introduzione alla ricetta, chiedendomi perché mai l'autrice la definisse una delle sue preferite, quando poche pagine più in là c'era uno stupendo panettone agli agrumi (e mandorle, of course!), nonché un croccante con i controcavoli... (adoro il croccante!)
In effetti, erano parecchie le cose che mi stavo chiedendo: come mai la suddetta autrice riuscisse a parlare con così tante persone insieme, a riconoscerle tutte, a firmare i loro libri e a rispondere alle loro domande, il tutto senza smettere di sorridere.
E così la faccenda dei gamberi era passata un po' in secondo piano, anzi, me ne ero totalmente dimenticata, fino a quando, spaparanzata sulle spiagge della Calabria, non sono capitata per caso alla fatidica pagina delle chitarrine con i gamberi piccanti: in quel momento, nella patria dei peperoncini, è scattato qualcosa... e, una volta tornata a casa, ho stupito tutti (me per prima!!) preparando questo piatto.
Le uniche modifiche che ho fatto sono state eliminare l'aglio (chi mi conosce sa che non ci vado particolarmente d'accordo) e sostituire le chitarrine con la fileja, una pasta tipica calabrese realizzata con sola semola di grano duro ed acqua, che ho acquistato in uno dei tanti negozietti tipici.
A prima vista può sembrare una ricetta laboriosa, ma non lo è affatto: il condimento può essere preparato in anticipo, oppure mentre l'acqua per la pasta è sul fuoco. Ve la riporto così come è scritta nel libro, sperando che anche a voi venga voglia di mare e...di gamberi, anche se, come me, non li amate.
Non solo ho personalmente staccato le zampette, una per una (divertendomi persino, lo ammetto! ;-) ), ma ho addirittura mangiato - e apprezzato! - i temibili crostacei!!!



FILEJA CALABRESE AL NERO DI SEPPIA CON GAMBERI PICCANTI E PESTO DI MANDORLE

Tratta da "All'ombra dei mandorli in fiore" di Rossella Venezia

Ingredienti per 4-5 persone:
70 g di mandorle sgusciate e spellate
200 g di pomodorini datterini*
250 g di gamberi puliti (con la coda)
1 pizzico di peperoncino secco tritato
250 g di fileja calabrese al nero di seppia (ric. originale chitarrine all'uovo)
olio extravergine di oliva
sale, pepe



1)Preriscaldare il forno a 180°C.
Disporre le mandorle con poco sale, in un unico strato, su una teglia e farle colorire in forno per 5-8 minuti o finché non sono diventate leggermente dorate, poi frullarle ancora calde con 4 cucchiai di olio extravergine di oliva, avendo cura di tritare troppo finemente il tutto. Versare il pesto di mandorle nella terrina in cui verrà poi mantecata la pasta e tenere da parte.

2) Alzare la temperatura del forno a 200°C.
Disporre in una teglia i pomodorini interi lavati e bucherellati con una forchetta, irrorati con  olio e conditi con poco sale. Mescolare bene con le mani e cuocere in forno per 12-15 minuti. Togliere dal forno e tenere da parte in caldo.

3) Su un'altra teglia disporre i gamberi puliti in un unico strato conditi con un pizzico di peperoncino e un filo di olio. Infornare per circa 5 minuti, poi togliere dal forno e tenere da parte in caldo.

4) Cuocere la fileja in abbondante acqua bollente salata. Stemperare il pesto di mandorle con qualche cucchiaio di acqua di cottura.

5) Scolare la pasta al dente (alzandola dalla pentola con una forchetta per mantenerla grondante di acqua di cottura), trasferirla nella terrina con il pesto, aggiungere i pomodorini e i gamberi, mescolare delicatamente aggiungendo un filo d'olio se necessario.
Servire subito.

NOTE
*I miei datterini erano un po' più grandicelli, perciò li ho tagliati a metà e disposti sulla teglia con la parte tagliata verso l'alto.
Lo ammetto, li ho cosparsi anche con un po' di origano secco tritato...nella mia testa pomodoro e origano sono inseparabili! :-)


lunedì 6 luglio 2015

Focaccia estiva semintegrale


Salve a tutti! Spero che abbiate trascorso uno splendido finesettimana... a me è sembrato brevissimo, e a voi? 
Questa mattina vi presento la ricetta di una focaccia semintegrale che ho preparato la settimana scorsa. Forse non è proprio esatto chiamarla così, perché la farina tipo 2 (chiamata appunto semintegrale) è presente solo in piccola quantità. So che non è semplice da reperire, a meno che, come me, non la ordiniate direttamente a un forno o a un mulino, ma potete sostituirla con altra farina bianca ed otterrete una dignitosissima... focaccia normale! :-) 


Nel tentativo di dare una parvenza un po' più "estiva" a una preparazione non esattamente "fresca e senza forno" (ormai avete capito come funziona da queste parti, vero? ;-) ), ho voluto condirla con delle verdure di stagione: zucchine e fiori di zucca del mio orto, ma anche rucola e pomodorini, aggiunti a crudo dopo la cottura. 
Se volete che la focaccia risulti più alta di quella che vedete in foto, basterà utilizzare teglie più piccole, o un'unica leggermente più grande. 
Cos'altro dire? È un impasto semplicissimo, può essere eseguito sia a mano sia con l'impastatrice e richiede una sola lievitazione prima della stesura. Se volete rendere la focaccia ancora più digeribile, potete diminuire la quantità di lievito di birra e allungare i tempi di lievitazione, tenendo presente che l'impasto deve raddoppiare. 
Insomma, cosa ve ne pare? :-)


FOCACCIA ESTIVA SEMINTEGRALE 
Ingredienti per due focacce 30x30 cm:
450 g di farina 0
150 g di farina tipo 2 (detta anche buratto o semintegrale) 
400 g di acqua tiepida 
8 g di lievito di birra fresco 
2 cucchiai rasi di fiocchi d patate (preparato per purè) 10 g
11 g di sale
2 cucchiai di olio extravergine 
1 cucchiaino di zucchero (o miele o malto)

Per condire:
Una zucchina 
Fiori di zucca, meglio se appena raccolti (circa 6-7)
Due mozzarelle (125 g l'una) 
Un mazzetto di rucola 
Pomodorini (7-8 circa) 
Timo fresco


1- Mescolate le farine e i fiocchi di patate in una ciotola capiente. 
Sciogliete il lievito nell'acqua tiepida insieme allo zucchero. 
2- Versate l'acqua nella ciotola iniziando a mescolare con una forchetta, poi aggiungete il sale e cercate di ottenere una palla leggermente appiccicosa. In ultimo aggiungere l'olio e terminate di impastare, mantenendo l'impasto all'interno della ciotola. 
3- Ora rovesciatelo sulla spianatoia e, aiutandovi con poca farina, cercate di ottenere una palla morbida e un po' appiccicosa. 
Rimette l'impasto nella ciotola leggermente unta, coprite con pellicola e lasciate lievitare per due ore, due ore e mezza (come al solito deve raddoppiare).
4- Nel frattempo riducete le zucchine a fette sottili nel senso della lunghezza, aiutandovi con una mandolina. Grigliatele su una piastra ben calda su entrambi i lati, poi conditele con olio, sale, pepe e timo fresco e lasciatele raffreddare. 
5- Trascorso il tempo della lievitazione rovesciate l'impasto sulla spianatoia leggermente infarinata con la semola di grano duro, spezzatelo in due e stendete delicatamente ciascun pezzo in una teglia ben oliata, con le mani unte anch'esse, facendo attenzione a non schiacciare le bolle che si saranno formate durante la lievitazione. 
Se invece volete ottenere delle focacce più croccanti, stendetele sulla spianatoia infarinata e depositatele sulle teglie, precedentemente spolverate  solo con un velo di semola. Lasciate lievitare le focacce per un'altra oretta. 
6- Condite la prima con le zucchine, i fiori lavati e asciugati (delicatamente!)  e un filo d'olio extravergine; irrorate la seconda con un'emulsione di acqua e olio in parti uguali e cospargetela con sale grosso a piacere. 
7- Infornate una focaccia alla volta a 200 C statico per 15-20 minuti. Gli ultimi 5 minuti mettete una mozzarella a pezzetti su quella alle zucchine. 
8- Sfornate e condite subito la focaccia bianca con rucola, pomodorini tagliati a metà, mozzarella a pezzetti, sale e un filo di olio extravergine d'oliva. Cospargete con del timo fresco l'altra, tagliatele entrambe in tranci e servitele subito.