giovedì 30 luglio 2015

Di torte, compleanni e pause estive...


Buonasera :-)
"Ma questa è impazzita, si mette a pubblicare post a quest'ora???"
Lo so, lo so, mi sembra già di sentirvi... 
Ecco, volevo solo passare a salutarvi prima di partire per tre settimane... per l'Inghilterra!!! :D
Vi saluto con una torta che ho preparato oggi per il compleanno di una mia amica. E se per caso vi incuriosisse sapere come l'ho fatta, vi dò appuntamento a settembre, sempre qui...belli carichi per affrontare il nuovo anno. Un po' più abbronzati, un po' più rilassati, un po' più vecchi, forse, ma sicuramente ricchi di tantissime esperienze. E io non vedo l'ora di sentirle raccontare!! :-)
Intanto, se volete, potete seguire le mie scoperte (culinarie e non)  su Instagram: elisabettastopponi of course! :-)
A proposito, scusate per le foto non bellissime, ma le ho fatte con il cellulare... Sapete, alle sette e mezza della mattina, con una spatola nella mano e un coltello nell'altra... ;-)

A presto allora, e buone vacanze a tutti voi! 

E. <3

lunedì 27 luglio 2015

Crumble di pesche, cioccolato e amaretti per "Cioccolato e..."

 E così, ho scoperto di amare i crumbles.
Sarà forse perché amo i dolci "completi", dove i sapori e le consistenze ci sono tutti e ognuno ha il suo ruolo nell'insieme: morbido e croccante, dolce e asprigno.
Ma questa è solo la fine della storia, scusate, partiamo dall'inizio.
Erano ormai parecchi mesi che osservavo estasiata (posso dirlo? ;-) ) le creazioni di Gabila per la raccolta "Cioccolato e...", nata nel dicembre scorso. E quando poi mi sono decisa a fare il grande passo, ovvero è nato Pain au chocolat, mi sono detta: perché non partecipare???
Il cioccolato, non si sa se purtroppo o per fortuna, è uno dei miei punti deboli, in altre parole lo amo alla follia. Così mi è sembrata un'idea fantastica esplorare, di mese in mese, un accostamento differente...quanti sacrifici deve fare una povera foodblogger per il suo amato blogghino, non credete?? ;-)

Questo crumble si è formato nella mia testa istantaneamente, quasi fosse stato sempre lì, in agguato...
Mandorle (non mancano mai, ve l'avevo detto, no?), amaretti (pesche e amaretti insieme sono una specie di istituzione per me, tipo mele e cannella, pere e cioccolato, pomodori e origano...) e quella farina di castagne che stazionava da troppo tempo in dispensa. Questi gli ingredienti della copertura croccante, che nasconde un ripieno molto semplice: il cioccolato fondente, protagonista della raccolta, avvolge morbidamente i cubetti di pesca che donano una piacevolissima nota asprigna alla dolcezza dell'insieme.
Inutile dire che, data la mia simpatia per il burro, ho utilizzato l'olio: io ho scelto l'olio di semi di arachide per non coprire gli altri sapori, ma se preferite potete usare anche un olio extravergine d'oliva delicato.
Il responso della sorellina?
"Ne voglio ancora!!!" ;-)


CRUMBLE DI PESCHE, CIOCCOLATO E AMARETTI

Ingredienti per una pirofila da 24 cm:
400 g di pesche mature (circa 3 pesche)
80 g di cioccolato fondente
60 g di farina di castagne
40 g di amaretti
30 g di farina di mandorle (o mandorle spellate e tritate finemente)
40 g di zucchero di canna + 1 cucchiaio per la teglia
40 g di olio di semi di arachide
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di estratto di vaniglia (io homemade)



1) Accendete il forno a 180°.
Ungete una pirofila di 24 cm di diametro e cospargetela con un cucchiaio di zucchero di canna.

2) Lavate le pesche, sbucciatele se necessario e tagliatele a tocchetti.
Tritate il cioccolato e mescolatelo alle pesche; quindi disponete il tutto nella pirofila.

3) In una ciotola mescolate la farina di castagne, le mandorle, il sale, lo zucchero e gli amaretti tritati molto finemente. Aggiungete la vaniglia e l'olio e impastate con la punta della dita, fino ad ottenere un composto bricioloso.

4) Disponete le briciole sopra le pesche in uno strato uniforme e infornate per 15 minuti. Quindi abbassate a 160° e proseguite la cottura per altri 10-15 minuti. Il dolce è cotto quando la copertura è dorata e croccante, le pesche morbide e il cioccolato sciolto.

5) Lasciate riposare 10 minuti e servite caldo, magari con una pallina di gelato alla vaniglia, oppure tiepido.






Rifarò sicuramente questo crumble, magari in una di quelle mattine invernali grigie e fredde che chiedono una marcia in più per ripartire, oppure in una sera di fine estate, quando il maglioncino sulle spalle sussurra l'arrivo dell'autunno...

A presto, e buon inizio settimana!
E. <3

Con questa ricetta partecipo alla raccolta "Cioccolato e...", che questo mese ha come protagonista le pesche ed è ospitato dal blog inthemoodforpies:



giovedì 23 luglio 2015

Succo alla pesca homemade


Vogliamo parlare di questo caldo??
Premessa: odio il freddo, adoro l'estate. Però tutto ha un limite, eh!
Alzarsi la mattina già stanchi (e accaldati), non poter uscire prima delle sette di sera, sudare sette camicie solo per spostarsi dal letto al divano, dover rinunciare a fare il pane (però le torte le faccio uguale, tié!), le mie piantine che minacciano di appassire miseramente... 
Tutto questo sta diventando veramente troppo! Dei mille progetti che avrei, la metà sono irrealizzabili, date le temperature, e per l'altra metà mi mancano le forze. 
Meno male che esistono gelati, bibite ghiacciate e...succhi di frutta! 
E una pasticciona piena di idee pazzie come me, cosa fa per ingannare il tempo? Si fa il succo di frutta a casa! :-)
Sono partita da una ricetta pubblicata da Paoletta tempo fa (ma le sue ricette non "scadono" mai! :-) ), che trovate qui, ma si sa che le ricette quando passano tra le mie mani fanno una finaccia... ;-) 
Perciò, signori e signori, ecco la mia modesta versione... e nella speranza che Circe ci porti un po' di fresco, buon finesettimana a tutti! 



SUCCO ALLA PESCA HOMEMADE

Ingredienti per 750 ml di succo circa:
500 ml di acqua
250 g di pesche gialle ben mature
100 g di zucchero*
1 limone
menta a piacere

1) Sbucciate le pesche e tagliatele a cubetti.

2) In una casseruola portate a bollore l'acqua con lo zucchero. Quando lo zucchero è completamente sciolto aggiungete le pesche e fatele cuocere per 5-10 minuti, fino a che non sono morbide.

3) Frullate tutto con il frullatore a immersione (o nel mixer), aggiungete il succo del limone e qualche foglia di menta.

4) Lasciate raffreddare e ponete il succo in frigo per almeno un'ora.
Servitelo con cubetti di ghiaccio** e menta fresca a piacere.

NOTE
* La quantità di zucchero potrebbe variare a seconda del grado di maturazione delle pesche, perciò vi consiglio di tenere da parte un cucchiaio di zucchero dalla dose indicata, che aggiungerete alla fine solo se necessario.

** Idea simpatica: riempite gli stampi per il ghiaccio con acqua e alcune foglie di menta!


E. <3






lunedì 20 luglio 2015

Torta rovesciata all'ananas con farina di farro

E' arrivato il Grand Caldo, e a casa mia ha dato l'avvio a una serie frenetica di riti magici: apri le finestre e chiudi le finestre, alza la tapparella e abbassa la tapparella, apri questa-porta-qui ma chiudi quella-finestra-là... Insomma, è tutto un boccheggiare di qua e di là, cercando invano una strategia vincente per non soccombere all'afa.
Per non parlare delle zanzare che accorrono a frotte, inquiline abusive nonché alquanto moleste, e allora via con il tran tran dell'antizanzara: spray, crema, braccialetto o candela; e poi il dopo-puntura, pre-puntura e durante-puntura; alla citronella, tropicale, classico o esotico...ma a me pare che tutti questi impiastri pestilenziali riescano a intimidire tutti tranne le zanzare. Anzi, il malcapitato, avvolto dalla infernale nube tossica, non è più nemmeno in grado di difendersi con il caro, vecchio, efficace scacciamosche...
Scenario davvero apocalittico...ma visto che si finisce in un bagno di sudore anche stando perfettamente immobili a guardare un film, tanto vale sudare per una buona causa, no? E così, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali (o forse no?), la sottoscritta ha sfornato in quattro e quattr'otto un dolcetto per la colazione, non sia mai che si rimane senza... ;-)

La torta rovesciata all'ananas è un classico, che probabilmente tutti, almeno una volta, avranno fatto o visto fare... ma io no, ed erano mesi che mi ripromettevo di provarci!
Un rapido sguardo alle farine in dispensa (la classica 00 non ci piace proprio, eh?) e ho improvvisato questo dolcetto: alto, soffice e compatto allo stesso tempo, va d'accordissimo con una bella tazza di tè freddo. La farina integrale di farro, con il suo sapore robusto e inconfondibile, lo rende rustico ma piacevole, evitando il risultato di dolce.stucchevole che si rischia con la copertura del caramello (io odio i dolci troppo dolci, sapevatelo! ;-) ).
Ah già, due paroline a proposito del caramello.
Innanzitutto dovete sapere che le preparazioni di base mi terrorizzano. Non so perché, ma tendo sempre a evitare quelle ricette come pan di Spagna, pasta sfoglia, crema diplomatica eccetera che richiedono precise regole per la riuscita e nelle quali uscire dal seminato è molto molto pericoloso (leggi: creme smontate, pandispagna afflosciati, frolla impazzita...).
Io sono una tipa indipendente, che vi pare? Mi piace fare di testa mia, alias stravolgere ogni singola ricetta che mi capita tra le mani. E questo non si può fare, ad esempio, nel pan di Spagna, o nella crema diplomatica, o nella pasta sfoglia...Ma un giorno mi ci metterò per bene e imparerò tutto come una bambina giudiziosa, promesso! :-)
Quindi, stesso discorso con il caramello! Immaginando già i possibili disastri derivanti dal fare tutto di testa mia, mi sono affidata a colui-che-risolve-tutti-i-problemi: Google. E ho trovato decine e decine di ricette diverse: con la panna, con il latte o con l'acqua; con burro e senza burro; a fuoco basso e a fuoco alto, con le dosi in grammi e quelle in cucchiai... Da impazzire, giuro, e così ho pensato: le cose semplici sono quelle che funzionano. La ricetta più semplice era quella di Martina: solo sei cucchiai di zucchero, e quattro quintali di dita incrociate.
Il risultato potete vederlo da voi: io vi dico solo che in due giorni la torta è misteriosamente sparita...

Allora, chi si sacrifica per provare questa delizia? :-)


TORTA ROVESCIATA ALL'ANANAS CON FARINA DI FARRO

Ingredienti per una torta da 26-28 cm*
4 uova
150 g di farina di farro integrale (io macinata a pietra)
130 g di farina 00
230 g di zucchero semolato
125 g di yogurt bianco (non zuccherato)
100 g di olio di semi (arachide o girasole, oppure olio evo leggero)
2 cucchiai di sciroppo dell'ananas
1 bustina di lievito per dolci
1 cucchiaino di estratto di vaniglia (io homemade)
ananas sciroppato a fette (io ne ho usate 7)

Per il caramello:
7-8 cucchiai di zucchero semolato

1) Innanzitutto sgocciolate bene le fette di ananas dallo sciroppo e tenete quest'ultimo da parte.
Coprite il fondo di uno stampo a cerniera con un disco di carta forno, ungete e infarinate le pareti.
Accendete il forno a 180°C.

2) Sbattete in una ciotola le uova con lo zucchero, finché non sono bianche e spumose.
Continuate e sbattere e aggiungete l'estratto di vaniglia, lo yogurt, l'olio a filo e lo sciroppo.

3) Setacciate sul composto di uova le due farine insieme al lievito e amalgamate il tutto.

4) Caramello.
Mettete in una padellina antiaderente un paio di cucchiai di zucchero e fateli sciogliere a fuoco abbastanza alto: lo zucchero deve diventare di un bel colore ambrato, ma non bruciare. Aggiungete un altro cucchiaio di zucchero e fate sciogliere anch'esso, mescolando con un cucchiaio di legno. Continuate così fino ad esaurire tutto lo zucchero.
Il caramello deve essere liquido e di un bel colore ambrato; se vedete che si scurisce troppo abbassate la fiamma.

5) Appena il caramello è pronto, versatelo nella teglia fino a coprirne tutto il fondo. Posizionate subito sopra le fette di ananas.

6) Versate l'impasto della torta sopra l'ananas e infornate per 45 minuti circa (fate la prova stecchino).

7) Attendete 5 minuti, quindi capovolgete la torta su un vassoio e staccate delicatamente la carta forno, aiutandovi con la lama di un coltello.

8) Lasciate raffreddare la torta prima di tagliarla a fette: è ottima fredda, oppure appena tiepida, con il caramello che si scioglie in bocca...

NOTE
*La torta che vedete in foto è stata cotta in una teglia da 26 cm, ma dovendo rifarla ne userei una da 28 cm. Nonostante questo, io ADORO le torte alte! :D

Bene, a questo punto vi lascio alle vostre cucine e vi auguro una bellissima settimana!
Alzi la mano il fortunato che la passerà al mare...


E. <3

venerdì 17 luglio 2015

Bruschette con verdure e feta marinata alle erbe aromatiche

La bruschetta, così come la pizza e la piadina, è una pagina bianca. Mi diverte, ogni volta, pensare a nuovi accostamenti con cui riempirla: immagino i sapori, i profumi e le diverse consistenze degli ingredienti che dialogano tra loro. Talvolta mi soffermo sul contrasto, talvolta lascio che si fondano insieme alla perfezione. 
Ma questa volta mi sono affidata ad occhi chiusi a un accostamento già consolidato: un tripudio di verdure estive, saltate in padella, insieme a cubetti di feta profumatissima.
Per quest'ultima, ho preso spunto da un post di Barbara (qui): una di quelle idee così geniali da fissarsi in testa senza possibilità di scampo. 
Eppure è semplicissima: la feta sbriciolata viene lasciata marinare per qualche ora insieme alle erbe aromatiche (regolandosi in base ai propri gusti sia sulla qualità, sia sulla quantità :-) ), olio evo, sale e pepe. Et voilà! È già pronta per guarnire un piatto di pasta, arricchire un'insalata o, come nel mio caso, dare quel tocco in più a una preparazione tanto povera e semplice quanto deliziosa. 
Già, è così semplice che quasi mi vergogno a chiamarla ricetta. Ma l'estate è la stagione delle non-ricette, vero Vaniglia? ;-) E questa non-ricetta miserella è stata la protagonista di una cenetta estiva senza pretese (e senza forno, finalmente!! ;-) ), di quelle consumate in piedi, chiacchierando, quando il sole è tramontato ma c'è ancora luce, e con la finestra aperta per far entrare tutto il fresco della sera. 

BRUSCHETTE CON VERDURE E FETA MARINATA 
Ingredienti per 4-5 persone:
1 zucchina media
1 melanzana tonda media
1/2 peperone giallo
1 carota
10 pomodorini
200 g di feta greca
erbe aromatiche fresche a piacere (rosmarino, basilico, timo, maggiorana, origano, menta...)
pane casereccio non troppo fresco (secondo me il migliore è quello di grano duro, tipo pugliese)
olio extravergine d'oliva, sale e pepe q.b.

1) Tagliate a cubetti la feta e mettetela in una ciotola insieme alle erbe aromatiche spezzettate; aggiungete qualche cucchiaio d'olio, sale (moderato, perché la feta dovrebbe essere già abbastanza sapida) e pepe. Mescolate e lasciate riposare in frigo per qualche ora.

2) Pulite le verdure e tagliatele a cubetti di circa 1 cm. Private i pomodorini dei semi e tagliateli in quarti.

3) Scaldate in una padella larga un paio di cucchiai d'olio, aggiungete le carote e le zucchine e fatele ammorbidire per qualche minuto. Aggiungete la melanzana e lasciate cuocere per qualche minuto ancora. Infine aggiungete il peperone e i pomodorini, salate e terminate di cuocere. 
Le verdure dovranno essere morbide ma croccanti; perciò attenzione a non farle spappolare! Potrà essere necessario qualche cucchiaio di acqua calda per farle cuocere, ma senza esagerare, perché le verdure di solito producono acqua di per sé.
Infine spegnete, regolate di sale e lasciate intiepidire.

4) Nel frattempo grigliate le fette di pane su entrambi i lati su una griglia o una padella ben calda. Man mano che le preparate, potete metterle in un sacchetto di carta per non farle raffreddare.

5) Disponete le verdure e la feta sulle fette di pane, guarnite con del basilico spezzettato e un filo d'olio. Servite subito.

NOTE
- Se piace, potete strofinare le fette di pane con uno spicchio d'aglio dopo averle grigliate.
- Potete sostituire la feta con altri formaggi duri a piacere: io ci vedrei bene la classica mozzarella, ma anche caprino o scamorza. Se utilizzate la mozzarella, ricordatevi di scolarla bene prima e dopo la marinatura!


Un bacione e a lunedì, con un'altra ricetta!
E. <3

lunedì 13 luglio 2015

Fileja calabrese al nero di seppia con gamberi piccanti e pesto di mandorle



Sarà che abito in montagna, ma non amo granché il pesce.
Non sopporto l'odore che lascia sulle mani e nel forno; odio doverlo pulire, odio mettere le mani in mezzo a lische e filetti gelatinosi.
Ma soprattutto, odio i crostacei. Odio gli occhietti stralunati delle pannocchie, le zampette brulicanti dei gamberi, le loro antenne stralunghe e lo scrocchiare del guscio quando vengono aperti. Per non parlare del sapore...
Insomma, dopo queste quattro righe da puffo brontolone, potete ben capire come mai, quando ho preso tra le mani e sfogliato per la prima volta (oh, emozione!) "All'ombra dei mandorli in fiore" di Rossella, la ricetta delle "Chitarrine al nero di seppia con gamberi piccanti e pesto di mandorle" fosse l'ultima con cui avrei mai immaginato di inaugurare questo libro.
Mi rivedo, il fatidico giorno della presentazione, in piedi al minuscolo tavolino, con un cartoccetto di mandorle calde e profumate in una mano e il suddetto libro pericolosamente in bilico nell'altra, mentre cercavo di sfogliarlo senza ungerlo, sgranocchiando mandorle, e allo stesso tempo spiavo incuriosita tutte quelle persone sconosciute che assaggiavano mandorle, chiacchieravano di mandorle, chiedevano mandorle o, come me, leggevano di mandorle.
Il pesto di mandorle, il latte di mandorle, la crostata con la pasta di mandorle...ma i gamberi, no!



Anche se continuavo a leggere e rileggere l'introduzione alla ricetta, chiedendomi perché mai l'autrice la definisse una delle sue preferite, quando poche pagine più in là c'era uno stupendo panettone agli agrumi (e mandorle, of course!), nonché un croccante con i controcavoli... (adoro il croccante!)
In effetti, erano parecchie le cose che mi stavo chiedendo: come mai la suddetta autrice riuscisse a parlare con così tante persone insieme, a riconoscerle tutte, a firmare i loro libri e a rispondere alle loro domande, il tutto senza smettere di sorridere.
E così la faccenda dei gamberi era passata un po' in secondo piano, anzi, me ne ero totalmente dimenticata, fino a quando, spaparanzata sulle spiagge della Calabria, non sono capitata per caso alla fatidica pagina delle chitarrine con i gamberi piccanti: in quel momento, nella patria dei peperoncini, è scattato qualcosa... e, una volta tornata a casa, ho stupito tutti (me per prima!!) preparando questo piatto.
Le uniche modifiche che ho fatto sono state eliminare l'aglio (chi mi conosce sa che non ci vado particolarmente d'accordo) e sostituire le chitarrine con la fileja, una pasta tipica calabrese realizzata con sola semola di grano duro ed acqua, che ho acquistato in uno dei tanti negozietti tipici.
A prima vista può sembrare una ricetta laboriosa, ma non lo è affatto: il condimento può essere preparato in anticipo, oppure mentre l'acqua per la pasta è sul fuoco. Ve la riporto così come è scritta nel libro, sperando che anche a voi venga voglia di mare e...di gamberi, anche se, come me, non li amate.
Non solo ho personalmente staccato le zampette, una per una (divertendomi persino, lo ammetto! ;-) ), ma ho addirittura mangiato - e apprezzato! - i temibili crostacei!!!



FILEJA CALABRESE AL NERO DI SEPPIA CON GAMBERI PICCANTI E PESTO DI MANDORLE

Tratta da "All'ombra dei mandorli in fiore" di Rossella Venezia

Ingredienti per 4-5 persone:
70 g di mandorle sgusciate e spellate
200 g di pomodorini datterini*
250 g di gamberi puliti (con la coda)
1 pizzico di peperoncino secco tritato
250 g di fileja calabrese al nero di seppia (ric. originale chitarrine all'uovo)
olio extravergine di oliva
sale, pepe



1)Preriscaldare il forno a 180°C.
Disporre le mandorle con poco sale, in un unico strato, su una teglia e farle colorire in forno per 5-8 minuti o finché non sono diventate leggermente dorate, poi frullarle ancora calde con 4 cucchiai di olio extravergine di oliva, avendo cura di tritare troppo finemente il tutto. Versare il pesto di mandorle nella terrina in cui verrà poi mantecata la pasta e tenere da parte.

2) Alzare la temperatura del forno a 200°C.
Disporre in una teglia i pomodorini interi lavati e bucherellati con una forchetta, irrorati con  olio e conditi con poco sale. Mescolare bene con le mani e cuocere in forno per 12-15 minuti. Togliere dal forno e tenere da parte in caldo.

3) Su un'altra teglia disporre i gamberi puliti in un unico strato conditi con un pizzico di peperoncino e un filo di olio. Infornare per circa 5 minuti, poi togliere dal forno e tenere da parte in caldo.

4) Cuocere la fileja in abbondante acqua bollente salata. Stemperare il pesto di mandorle con qualche cucchiaio di acqua di cottura.

5) Scolare la pasta al dente (alzandola dalla pentola con una forchetta per mantenerla grondante di acqua di cottura), trasferirla nella terrina con il pesto, aggiungere i pomodorini e i gamberi, mescolare delicatamente aggiungendo un filo d'olio se necessario.
Servire subito.

NOTE
*I miei datterini erano un po' più grandicelli, perciò li ho tagliati a metà e disposti sulla teglia con la parte tagliata verso l'alto.
Lo ammetto, li ho cosparsi anche con un po' di origano secco tritato...nella mia testa pomodoro e origano sono inseparabili! :-)


mercoledì 8 luglio 2015

Penne al pesto di finocchietto selvatico e briciole di pane


... ovvero l'apologia del pesto, e istruzioni per l'uso! 

Già, proprio così! Ancora un pesto! Credo proprio di essere diventata pesto-dipendente. Avete presente quell'impulso che vi spinge a infilare nel mixer qualsiasi cosa vi capiti sotto tiro, dalle erbette dell'orto alla frutta secca rimasta in dispensa? Ecco, sto parlando proprio di quello :-)
Il pesto ha la fama di  essere estremamente semplice da eseguire, sia per la reperibilità degli ingredienti, sia per la rapidità di esecuzione, ma non per questo ha meno dignità di una lasagna o di una carbonara coi fiocchi! Tanto più che, a volerli cercare bene, ce ne sono di cavilli anche in un pesto genovese: mortaio o non mortaio, pinoli o mandorle, basilico genovese e via dicendo... basta chiedere ai puristi!
Ma io, che purista non sono, dopo aver capito qualche semplice regoletta, mi sto dilettando a sperimentare tutti gli accostamenti che mi vengono in mente. Perché il pesto non è semplicemente "tritare tutto insieme": richiede una certa attenzione negli accostamenti, per far sì che tutti i sapori convivano
con armonia, ma anche un occhio di riguardo alla consistenza: liscia e cremosa alcune volte, rustica e croccante altre.
Quello che ho capito io è che un pesto è composto essenzialmente da tre ingredienti:
1) L'ingrediente principale, che dà il nome a tutta la preparazione (ad esempio basilico, zucchine, pomodori secchi, rucola, fave...).
2) La frutta secca, per dare corpo e croccantezza (di solito pinoli o mandorle, ma anche noci, nocciole o pistacchi, che costituiscono addirittura l'ingrediente principale del celebre pesto di pistacchi siciliano); questa viene di solito utilizzata spellata, ma se scegliete di non farlo otterrete un pesto più rustico e deciso. Piccolo suggerimento: per spellare le mandorle basta sbollentarle qualche minuto, mentre le nocciole vanno tostate in forno e successivamente sfregate tra le mani fino ad eliminare tutta la pellicina.
3) L'olio extravergine d'oliva: va aggiunto a poco a poco per legare il tutto. Inutile dire che il suo sapore influisce notevolmente sul pesto, per cui meglio usarne uno di buona qualità. 


A questi tre ingredienti principali possono esserne aggiunti altri due: parmigiano (talvolta pecorino) grattugiato per dare sapore e infine un'erba aromatica per dare il tocco finale: che sia basilico, menta o timo, fresca o essiccata, va aggiunta con parsimonia per evitare di coprire tutti gli altri sapori.
Ricordatevi di regolare di sale e pepe, ma solo alla fine: talvolta ci sono altri ingredienti, come il parmigiano, che apportano sale.
Perciò la parola d'ordine è: assaggiare! Solo così potrete ottenere il giusto bilanciamento tra i sapori e le consistenze, aggiungendo ciò che eventualmente manca.
È molto difficile trovare una ricetta di pesto che riporti i grammi precisi di ciascun ingrediente, mentre invece è facile che si parli di "manciate", "mazzetti", "cucchiai" e così via. Non siate diffidenti o insicuri per questo: assaggiate, aggiungete, togliete, mescolate, insomma osate!
Non esiste la combinazione "giusta" o "sbagliata", lasciatevi guidare dai sensi fino a che non troverete la vostra ricetta perfetta!
Ed è proprio quello che ho fatto io per questo pesto: avevo un bel mazzetto di finocchietto selvatico appena raccolto e le immancabili mandorle. Finocchietto tritato, mandorle spellate, un cucchiaio di parmigiano per dare sapore e in un attimo il primo era pronto! Una manciata di pangrattato aromatico aggiunge sapore e croccantezza all'insieme, ma il tocco finale è dato dalla buccia d'arancia: è quasi impercettibile, ma lascia una nota di freschezza sul palato.
Ah, dimenticavo, non aspettatevi dosi precise: per la fretta non le ho segnate, perciò tocca a voi! Poi fatemi sapere com'è andata, d'accordo? ;-)


PENNE AL PESTO DI FINOCCHIETTO SELVATICO E BRICIOLE DI PANE
Ingredienti per 4 persone:
-Pasta corta a piacere (io penne)
- Un mazzetto di finocchietto selvatico (le parti più tenere)
- Un cucchiaio di mandorle pelate
- Due cucchiai di parmigiano grattugiato
- Quattro cucchiai di pangrattato (tritato grossolanamente)
- Un mazzetto di timo fresco
- Buccia grattugiata di mezza arancia non trattata (una intera se è piccola)
- Sale e olio extravergine q.b.

1) Lavate il finocchietto, scolatelo bene e tritatelo grossolanamente con un coltello. Potete sbollentarlo se volete, ma io l'ho lasciato così perché preferisco il sapore "fresco" che ha da crudo.
2) Mettete nel mixer il finocchietto, le mandorle e il parmigiano, iniziate a tritare aggiungendo olio evo quanto basta per ottenere una sorta di crema. Aggiustate di sale.
3) Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente tenendo da parte l'acqua di cottura.
4) Nel frattempo scaldate in un'ampia padella qualche cucchiaio d'olio, aggiungete il pangrattato e il timo fresco spezzettato e fatelo tostare per qualche minuto, mescolando spesso.
5) Aggiungete la pasta con il pesto di finocchietto e saltatela in padella per un minuto, per far sì che il condimento si amalgami bene. Se necessario aggiungete qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta.
6) Spegnete e completate con la buccia grattugiata dell'arancia. Servite subito.

lunedì 6 luglio 2015

Focaccia estiva semintegrale


Salve a tutti! Spero che abbiate trascorso uno splendido finesettimana... a me è sembrato brevissimo, e a voi? 
Questa mattina vi presento la ricetta di una focaccia semintegrale che ho preparato la settimana scorsa. Forse non è proprio esatto chiamarla così, perché la farina tipo 2 (chiamata appunto semintegrale) è presente solo in piccola quantità. So che non è semplice da reperire, a meno che, come me, non la ordiniate direttamente a un forno o a un mulino, ma potete sostituirla con altra farina bianca ed otterrete una dignitosissima... focaccia normale! :-) 


Nel tentativo di dare una parvenza un po' più "estiva" a una preparazione non esattamente "fresca e senza forno" (ormai avete capito come funziona da queste parti, vero? ;-) ), ho voluto condirla con delle verdure di stagione: zucchine e fiori di zucca del mio orto, ma anche rucola e pomodorini, aggiunti a crudo dopo la cottura. 
Se volete che la focaccia risulti più alta di quella che vedete in foto, basterà utilizzare teglie più piccole, o un'unica leggermente più grande. 
Cos'altro dire? È un impasto semplicissimo, può essere eseguito sia a mano sia con l'impastatrice e richiede una sola lievitazione prima della stesura. Se volete rendere la focaccia ancora più digeribile, potete diminuire la quantità di lievito di birra e allungare i tempi di lievitazione, tenendo presente che l'impasto deve raddoppiare. 
Insomma, cosa ve ne pare? :-)


FOCACCIA ESTIVA SEMINTEGRALE 
Ingredienti per due focacce 30x30 cm:
450 g di farina 0
150 g di farina tipo 2 (detta anche buratto o semintegrale) 
400 g di acqua tiepida 
8 g di lievito di birra fresco 
2 cucchiai rasi di fiocchi d patate (preparato per purè) 10 g
11 g di sale
2 cucchiai di olio extravergine 
1 cucchiaino di zucchero (o miele o malto)

Per condire:
Una zucchina 
Fiori di zucca, meglio se appena raccolti (circa 6-7)
Due mozzarelle (125 g l'una) 
Un mazzetto di rucola 
Pomodorini (7-8 circa) 
Timo fresco


1- Mescolate le farine e i fiocchi di patate in una ciotola capiente. 
Sciogliete il lievito nell'acqua tiepida insieme allo zucchero. 
2- Versate l'acqua nella ciotola iniziando a mescolare con una forchetta, poi aggiungete il sale e cercate di ottenere una palla leggermente appiccicosa. In ultimo aggiungere l'olio e terminate di impastare, mantenendo l'impasto all'interno della ciotola. 
3- Ora rovesciatelo sulla spianatoia e, aiutandovi con poca farina, cercate di ottenere una palla morbida e un po' appiccicosa. 
Rimette l'impasto nella ciotola leggermente unta, coprite con pellicola e lasciate lievitare per due ore, due ore e mezza (come al solito deve raddoppiare).
4- Nel frattempo riducete le zucchine a fette sottili nel senso della lunghezza, aiutandovi con una mandolina. Grigliatele su una piastra ben calda su entrambi i lati, poi conditele con olio, sale, pepe e timo fresco e lasciatele raffreddare. 
5- Trascorso il tempo della lievitazione rovesciate l'impasto sulla spianatoia leggermente infarinata con la semola di grano duro, spezzatelo in due e stendete delicatamente ciascun pezzo in una teglia ben oliata, con le mani unte anch'esse, facendo attenzione a non schiacciare le bolle che si saranno formate durante la lievitazione. 
Se invece volete ottenere delle focacce più croccanti, stendetele sulla spianatoia infarinata e depositatele sulle teglie, precedentemente spolverate  solo con un velo di semola. Lasciate lievitare le focacce per un'altra oretta. 
6- Condite la prima con le zucchine, i fiori lavati e asciugati (delicatamente!)  e un filo d'olio extravergine; irrorate la seconda con un'emulsione di acqua e olio in parti uguali e cospargetela con sale grosso a piacere. 
7- Infornate una focaccia alla volta a 200 C statico per 15-20 minuti. Gli ultimi 5 minuti mettete una mozzarella a pezzetti su quella alle zucchine. 
8- Sfornate e condite subito la focaccia bianca con rucola, pomodorini tagliati a metà, mozzarella a pezzetti, sale e un filo di olio extravergine d'oliva. Cospargete con del timo fresco l'altra, tagliatele entrambe in tranci e servitele subito.







giovedì 2 luglio 2015

Crostata ai frutti di bosco con frolla all'olio


Ebbene sì, ormai mi sono rassegnata anch’io all’arrivo dell’estate. Non fraintendetemi, non ho alcuna intenzione di mandare in pensione il povero forno, o tantomeno il blog… però forse mi deciderò a cucinare (e pubblicare) qualcosa di più consono alle temperature tropicali!
Vogliamo parlare di questa crostata, per esempio? Mi era stata chiesta e richiesta da mia sorella un’infinità di volte, e quale occasione migliore della mattina del suo esame orale di maturità, come legalissimo doping? ;-)
Richiede solo mezz’ora di forno, e poi dovrete lasciarla un’oretta in frigorifero per dare tempo alla crema di ammorbidire il guscio di frolla. Ne uscirà fuori un freschissimo dessert estivo, adatto alla colazione, alla merenda, al dopopasto… sì, perché ogni momento è buono per un dolcetto!

La frolla rimane leggermente croccante e si crea un piacevole contrasto tra la dolcezza della crema alla vaniglia e il gusto acidulo del lampone. Si tratta di una versione più leggera della classica crema pasticcera: potete aromatizzarla con buccia di limone (non trattato, mi raccomando!) al posto della vaniglia, e sostituire i frutti di bosco con della frutta fresca di stagione a vostra scelta (come pesche, albicocche, ciliegie…), magari ricoperta con della gelatina per dolci. Io non l’ho messa per dare un aspetto più naturale alla frutta, ma vi consiglio di usarla se pensate che la crostata sopravviverà per un paio di giorni (no, decisamente non è il mio caso! :D ).


Infine vorrei spendere un paio di parole in più sulla frolla.
Premetto che non sono abituata a usare il burro in cucina, più per tradizione che per scelta: mia madre non lo ha mai usato, e tantomeno io, che so a malapena da che parte sta al supermercato. Anzi, se devo dire la verità, quelle rare volte che mi trovo ad usarlo finisco sempre per combinare qualche disastro. :-) A casa mia si è sempre usato l’olio d’oliva (i dolci non fanno eccezione), e così, da quando mi sono affacciata nel mondo della pasticceria, è iniziata la ricerca della frolla all’olio perfetta. E’ diventata una sorta di sfida, ormai: ho provato decine di ricette diverse e finora quella che mi ha più soddisfatto è quella di Luca e Monica (alias Fotocibiamo). Provo un certo timore reverenziale nei confronti della pasticceria, se penso a tutta la chimica che c’è dietro…per cui ho ancora qualche remora a inventarmi ricette del genere di sana pianta. Ma vi prometto che presto avrete la MIA frolla, non dubitate! :-)
In questa ricetta ho utilizzato un po’ di farina di castagne, che rende la frolla più rustica e saporita, ma se non l’avete potete utilizzare tranquillamente solo la 00.  

Insomma, eccola qua, senza tanti fronzoli… e come al solito, fatemi sapere cosa ne pensate - soprattutto gli esperti navigati del burro! ;-)


Crostata ai frutti di bosco (con frolla all'olio)
Ingredienti
per la pasta frolla (ricetta tratta da qui):
170 g di farina 00
50 g di farina di castagne (o sempre 00)
80 g di zucchero semolato
1 uovo (tuorlo e albume separati)
16 g di acqua
64 g di olio extravergine di oliva delicato
1 cucchiaino raso di lievito per dolci
1 cucchiaino di estratto di vaniglia (o i semi di mezza bacca)
1 pizzico di sale

per la crema pasticcera:

300 ml di latte
2 tuorli
70 g di zucchero semolato
25 g di amido di mais
1 cucchiaino di estratto di vaniglia (o i semi di mezza bacca)

per decorare:

125 g di lamponi freschi
125 g di more fresche

Pasta frolla. Disponete a fontana le farine sulla spianatoia. Nel mezzo mettete lo zucchero, la vaniglia, il lievito, il pizzico di sale e l’albume.
Frullate con il frullatore a immersione il tuorlo e l'acqua, versando l’olio extravergine di oliva a filo, finché non si formerà una maionese chiara e consistente. Versate la maionese al centro della fontana, iniziate ad amalgamarla con una forchetta allo zucchero ed una volta che sono omogenei incorporate pian piano anche la farina con le mani, fino ad ottenere una palla omogenea. 
Avvolgete la frolla con pellicola e fatela riposare in frigo per almeno mezz'ora.
Riprendete la pasta e stendetela allo spessore di 5 mm sulla spianatoia ben infarinata. Rivestite uno stampo da 24 cm con la frolla, bucherellatela con una forchetta e copritela con un disco di carta forno. Quindi riempite lo stampo con i legumi secchi e cuocete in forno statico a 180° per 20 minuti. Togliete i legumi e la carta forno e rimettete in forno per altri 10 minuti, fino a che i bordi saranno dorati.
Sfornate la base della crostata e lasciatela raffreddare.

Crema pasticcera. Scaldate leggermente il latte con la vaniglia (se usate il baccello apritelo, raschiate i semini e lasciate in infusione sia i semini sia il baccello per  almeno 10 minuti). 
Sbattete a parte i tuorli con lo zucchero fino a che non sono chiari e spumosi, aggiungete l'amido di mais setacciato e mescolate bene con una spatola. Versate il latte tiepido a filo nel composto di tuorli continuando a mescolare; rimettete il composto sul fuoco e mescolate in continuazione fino a che non otterrete la consistenza desiderata. Mescolate per qualche minuto dopo aver spento il fuoco, versate la crema in un recipiente largo e copritela con pellicola a contatto. Lasciatela raffreddare.

Montaggio. Riempite il guscio di frolla con la crema pasticcera e livellatela con una spatola. Distribuite sopra i frutti di bosco lavati e asciugati e lasciate riposare la crostata in frigo per un’oretta prima di servirla.


Con questa crostata vi auguro un luuunghissimo weekend, di mare e di riposo possibilmente ;-) e vi aspetto qui lunedì, con una nuova ricetta!

P.S. Mi sono accorta che con questo post ho inaugurato la sezione “dolce” del mio blog. Era ora! Credo che se avessi continuato con tutto quel verde, mi sarebbe toccato ribattezzarlo “Pain au insalat”! :D