Gli ultimi giorni di agosto sono arrivati di soppiatto, senza fare rumore. Sono i giorni in cui il caldo allenta la presa e le giornate di sole sembrano infinite. E con loro arriva il tempo delle more, il periodo più bello dell'estate.
Fin da piccola aspettavo con trepidazione questo momento: tenevo d'occhio per tutta l'estate i rovi carichi di frutti piccoli e verdi; li vedevo maturare a poco a poco, diventare rossi e poi, finalmente, neri e succosi, pronti per essere raccolti. E allora partivo, con la mia ciotola ben stretta tra le mani, fiduciosa che l'avrei riportata a casa colma di frutti dolcissimi.
Probabilmente i ricordi legati alla "raccolta delle more" sono fra i più belli che ho: le interminabili passeggiate con mamma e le mie sorelle tra le colline, alla ricerca di rovi carichi di frutti; la luce dorata del tardo pomeriggio, le strade di breccia e la polvere bianca sulle scarpe; le gambe graffiate e le mani macchiate dal succo viola; la stanchezza e la soddisfazione al momento di ritornare a casa.
Non ricordo un'estate senza il rito delle more: qualche volta tornavamo a casa a mani vuote e con la pancia piena, altre volte le more finivano su una torta di compleanno o nello yogurt del mattino. Qualche rara volta, quando il bottino era stato particolarmente abbondante, mamma tirava fuori il pentolone di ferro e il profumo della marmellata calda si spandeva per tutta la casa.
Ma il più delle volte, svanita la magia della raccolta, la ciotolina finiva dimenticata in un angolo del frigorifero fino a quando non veniva il momento di riempirla di nuovo.
Ma il più delle volte, svanita la magia della raccolta, la ciotolina finiva dimenticata in un angolo del frigorifero fino a quando non veniva il momento di riempirla di nuovo.
E così, anche adesso che non c'è più mamma ad accompagnarmi e non sempre le sorelle hanno tempo di farlo, mi piace tornare negli stessi posti in cui andavo da bambina: le mie gambe sono un po' più lunghe e forti, e le mani non sono più così piccole e agili, ma gli occhi sono sempre gli stessi. Occhi che scrutano i margini della strada alla ricerca di rovi carichi di frutti maturi, per poi posarsi sulle colline dorate, sui campi arati, sulle casette lontane. Starei lì ore e ore, china tra l'erba, chiacchierando con leggerezza di cose stupide, oppure in silenzio, ad ascoltare il rumore dell'aratro lungo i filari o l'abbaiare lontano dei cani.
E una volta tornata a casa, invece di venire dimenticate, stavolta le more sono finite in una torta. Non una torta a caso, ma LA torta, quella che mi perseguita dall'inizio dell'estate.
L'avevo vista per la prima volta da Barbara, e tutti sanno che le sue torte non passano mai inosservate. ;-) Poi era iniziata a comparire dappertutto, in tutte le varianti possibili e immaginabili, fino a fissarmisi in testa. E quando una torta mi provoca, io rispondo, sappiatelo. ;-)
Chi mi conosce sa che non rifaccio quasi mai la stessa ricetta - bah, stupide fissazioni da blogger - ma questa... questa era davvero speciale!
Giugno: con le ciliegie, regalata ad occhi chiusi.
Agosto: camuffata con cocco e una ganache al cioccolato, la torta di compleanno di mia sorella.
Ed ora, con le more e la farina di farro, è diventata una torta perfetta per la colazione (e non solo!).
Profumatissima, così soffice da sciogliersi in bocca, dolce ma non troppo... chiedetelo a chi l'ha assaggiata!
Chi mi conosce sa che non rifaccio quasi mai la stessa ricetta - bah, stupide fissazioni da blogger - ma questa... questa era davvero speciale!
Giugno: con le ciliegie, regalata ad occhi chiusi.
Agosto: camuffata con cocco e una ganache al cioccolato, la torta di compleanno di mia sorella.
Ed ora, con le more e la farina di farro, è diventata una torta perfetta per la colazione (e non solo!).
Profumatissima, così soffice da sciogliersi in bocca, dolce ma non troppo... chiedetelo a chi l'ha assaggiata!
TORTA DI FARRO E RICOTTA ALLE MORE SELVATICHE
Ingredienti per una torta da 20-24 cm*
3 uova
170 g di zucchero semolato
120 g di farina di farro (per me bio macinata a pietra)
120 g di farina 00
150 g di olio di semi (arachide o girasole)
330 g di ricotta di mucca
1 bustina di lievito per dolci
1 cucchiaino di estratto di vaniglia (o i semini di mezza bacca)
180 g di more selvatiche (fresche o surgelate)
1) In una ciotola mescolate gli ingredienti secchi: le due farine setacciate, lo zucchero e il lievito.
2) A parte sbattete le uova con la vaniglia, aggiungete l'olio di semi e la ricotta setacciata.
3) Versate gli ingredienti liquidi in quelli secchi e mescolate finché non vedrete più tracce di farina.
4) Aggiungete all'impasto poco più di metà delle more infarinate, amalgamando delicatamente con una spatola.
5) Versate l'impasto nella teglia oliata e infarinata e disponete le more rimaste sulla superficie, premendo leggermente per farle affondare.
6) Infornate a 160 C per 50 min - 1 ora (fate la prova stecchino).
Sformate e lasciate raffreddare su una gratella.
*La ricetta originale prevedeva uno stampo da 20, massimo 22 cm di diametro. Se preferite una torta più bassina, utilizzatene tranquillamente uno da 24 , come ho fatto io.
Lo ammetto, stavo cercando di far durare la torta un po' di più...ma non ci sono riuscita! :D
Post Scriptum:
Preparatevi ad altre ricette con le more... Ogni volta è dura rassegnarsi all'arrivo dell'autunno, ma finché ci sono le more qui da me è estate!! :-)
Post Post Scriptum:
Vi avevo promesso una ricetta (una certa torta alla frutta, ricordate?), e con quella avevo promesso di raccontarvi un viaggio in Inghilterra. Tranquilli, non me ne sono affatto dimenticata! Pazientate ancora un po' e arriverà tutto! ;-)
*La ricetta originale prevedeva uno stampo da 20, massimo 22 cm di diametro. Se preferite una torta più bassina, utilizzatene tranquillamente uno da 24 , come ho fatto io.
Lo ammetto, stavo cercando di far durare la torta un po' di più...ma non ci sono riuscita! :D
Post Scriptum:
Preparatevi ad altre ricette con le more... Ogni volta è dura rassegnarsi all'arrivo dell'autunno, ma finché ci sono le more qui da me è estate!! :-)
Post Post Scriptum:
Vi avevo promesso una ricetta (una certa torta alla frutta, ricordate?), e con quella avevo promesso di raccontarvi un viaggio in Inghilterra. Tranquilli, non me ne sono affatto dimenticata! Pazientate ancora un po' e arriverà tutto! ;-)
Anch'io sono una grandissima fan delle more... A quando la ricetta di un gustoso succo di mora?
RispondiEliminaUffa, sempre a rovinare le sorprese... arriverà anche quello, promesso! :-)
EliminaQui il caldo ha lasciato il posto allìumidità a mille...ormai sono alcuni giorni che la nobbia ci fa la sveglia e ci molla per l'ora dello spuntino!!!!
RispondiEliminaMamma mia, io il caldo lo tollero benissimo, ma l'umidità è davvero tremenda!
EliminaCiao Elisabetta! Anche a me aveva colpito la foto di Barbara, ma non sono ancora riuscita a rifarla...la lista delle ricette da provare è lunga...proprio per questo anche io non faccio mai due volte la stessa cosa!
RispondiEliminaIl tuo racconto delle more mi ha riportata per un attimo a quei giorni di fine estate che amo tanto, e ai ricordi che anche io ho legati a questo affascinante frutto di rovo... Grazie e piacere di averti trovata!
Alice
Ciao Alice! :-) Non so perché ma il tuo commento mi era sfuggito, e mi ci imbatto ora che è tornato di nuovo il magico tempo delle more...grazie di essere passata qui ;-)
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